L’Inferno dantesco, col suo brutale realismo descrittivo, ha da sempre costituito uno dei repertori d’immagini e situazioni più saccheggiati dalla letteratura, non soltanto horror. Il contributo analizza dettagliatamente le caratteristiche di alcuni dei mostri che lo popolano, per poi osservarne rielaborazioni e stravolgimenti presenti in alcuni prodotti della cultura pop contemporanea direttamente ispirati alla prima cantica della Commedia. In particolar modo sono oggetto di analisi: "La Divina Commedia" composta e disegnata nel 1994 dal maestro mangaka Kiyoshi Nagai, noto al pubblico sotto lo pseudonimo Gō Nagai e già autore dei più celebri Mazinga e Devilman; il videogioco a tema horror "Dante’s Inferno", prodotto nel 2010 dalla software house statunitense Visceral Games, conosciuta per la saga horror - sci-fi "Dead Space". Pur essendo prodotti di consumo destinati ad un pubblico vastissimo e probabilmente poco interessato alla materia dantesca, entrambe queste opere dimostrano alla loro base una conoscenza profonda (almeno più di quanto sarebbe lecito aspettarsi) del testo della "Commedia", nei confronti del quale i “tradimenti” – se così è lecito definirli – appaiono spesso consapevoli. Si cerca dunque di dimostrare come la deriva gore e splatter di alcuni dei mostri dell’immaginario dantesco, comunque coerente con le atmosfere e gli scopi ricercati dagli autori, abbia alle proprie spalle modelli rappresentativi classici – come le illustrazioni del Doré – e, talvolta, raffinate riprese testuali.

Old monsters and new masters: i mostri dell'Inferno dantesco nella cultura pop contemporanea

Leonardo Canova
Primo
2019-01-01

Abstract

L’Inferno dantesco, col suo brutale realismo descrittivo, ha da sempre costituito uno dei repertori d’immagini e situazioni più saccheggiati dalla letteratura, non soltanto horror. Il contributo analizza dettagliatamente le caratteristiche di alcuni dei mostri che lo popolano, per poi osservarne rielaborazioni e stravolgimenti presenti in alcuni prodotti della cultura pop contemporanea direttamente ispirati alla prima cantica della Commedia. In particolar modo sono oggetto di analisi: "La Divina Commedia" composta e disegnata nel 1994 dal maestro mangaka Kiyoshi Nagai, noto al pubblico sotto lo pseudonimo Gō Nagai e già autore dei più celebri Mazinga e Devilman; il videogioco a tema horror "Dante’s Inferno", prodotto nel 2010 dalla software house statunitense Visceral Games, conosciuta per la saga horror - sci-fi "Dead Space". Pur essendo prodotti di consumo destinati ad un pubblico vastissimo e probabilmente poco interessato alla materia dantesca, entrambe queste opere dimostrano alla loro base una conoscenza profonda (almeno più di quanto sarebbe lecito aspettarsi) del testo della "Commedia", nei confronti del quale i “tradimenti” – se così è lecito definirli – appaiono spesso consapevoli. Si cerca dunque di dimostrare come la deriva gore e splatter di alcuni dei mostri dell’immaginario dantesco, comunque coerente con le atmosfere e gli scopi ricercati dagli autori, abbia alle proprie spalle modelli rappresentativi classici – come le illustrazioni del Doré – e, talvolta, raffinate riprese testuali.
2019
Canova, Leonardo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1001406
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