L’ottimizzazione delle prestazioni di evaporatori di piccola scala utilizzati all’interno di dispositivi di controllo termico con fluido in cambiamento di fase è connessa ad una corretta stima del coefficiente di scambio termico in transitorio. Nel Dipartimento di Energetica di Pisa è stato messo a punto precedentemente un metodo per la misura del coefficiente di scambio termico all’interno di un evaporatore di un termosifone che opera periodicamente con volumi di fluido circolanti inferiori a 3x10-6 m3. Tale metodo si basava sulla risoluzione dell’equazione della conduzione all’interno delle pareti metalliche dell’evaporatore approssimando il dominio di integrazione con un metodo alle differenze finite esplicito. Tale metodo presupponeva inoltre l’ipotesi di trascurare il contributo delle dispersione di calore dalle pareti dell’evaporatore verso l’ambiente dove esso è contenuto. In questo articolo è presentata una indagine sperimentale eseguita con un sistema di acquisizione delle immagini nell’infrarosso ad alta frequenza, per la stima del calore disperso in ambiente. Tale procedura ha permesso di valutare l’accuratezza del metodo utilizzato nel passato che è dell’ordine del 10% quando l’evaporatore opera in regime ebollitivo, ma che decade fortemente con errori massimi del 70% quando esso opera in convezione di vapori.
Impiego di Tecniche Termografiche nella Misura di Coefficienti di Scambio Termico Ebollitivo in Regime Periodico Stabilizzato
FILIPPESCHI, SAURO;SALVADORI, GIACOMO
2006-01-01
Abstract
L’ottimizzazione delle prestazioni di evaporatori di piccola scala utilizzati all’interno di dispositivi di controllo termico con fluido in cambiamento di fase è connessa ad una corretta stima del coefficiente di scambio termico in transitorio. Nel Dipartimento di Energetica di Pisa è stato messo a punto precedentemente un metodo per la misura del coefficiente di scambio termico all’interno di un evaporatore di un termosifone che opera periodicamente con volumi di fluido circolanti inferiori a 3x10-6 m3. Tale metodo si basava sulla risoluzione dell’equazione della conduzione all’interno delle pareti metalliche dell’evaporatore approssimando il dominio di integrazione con un metodo alle differenze finite esplicito. Tale metodo presupponeva inoltre l’ipotesi di trascurare il contributo delle dispersione di calore dalle pareti dell’evaporatore verso l’ambiente dove esso è contenuto. In questo articolo è presentata una indagine sperimentale eseguita con un sistema di acquisizione delle immagini nell’infrarosso ad alta frequenza, per la stima del calore disperso in ambiente. Tale procedura ha permesso di valutare l’accuratezza del metodo utilizzato nel passato che è dell’ordine del 10% quando l’evaporatore opera in regime ebollitivo, ma che decade fortemente con errori massimi del 70% quando esso opera in convezione di vapori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.