Interpretare gli umori, i sentimenti del pubblico, “personaggio in più” così importante nel teatro di Eduardo significa anche presentirli; perciò attraverso le sue opere dal 1945 al 1948 si può rivivere il trapasso dalla speranza sospesa in un cambiamento della società (Napoli milionaria!) alla delusione già preavvertita nel ’46 (con Questi fantasmi!) fino alla disillusione in atto del ’48 (Le voci di dentro). Ma del 1946 è anche Filumena Marturano, che, resuscitando il mito d’una Medea madre napoletana, è capace di capovolgere alla fine il modello tragico. La trilogia eduardiana di Francesco Rosi ripercorre, a suo modo, le tappe della prima “commedia storica”, la Napoli milionaria! che inaugura le Cantate dei giorni dispari, d’una Filumena Marturano che sublima il passaggio dalla tragedia alla beffa, e di quelle Voci di dentro in cui diventano centrali gli ambigui rapporti tra verità e finzione. Dal confronto con le tre versioni sceniche post-eduardiane dell'ultima commedia “fantastica” (per Carlo Giuffré 1949-50, per Alfonso Santagata 2004, per Toni Servillo 2013), e con l'edizione televisiva a colori del 1978 per lo stesso Eduardo, la regia di Francesco Rosi nel 2006-2007, scene di Enrico Job, con Luca De Filippo nella parte principale, appare ‘trasparente’, eppure – come vedremo – prende le distanze dal precedente eduardiano. Indagare e analizzare le modalità di tale interpretazione nostra contemporanea di questa “tarantella in tre atti” dell’immediato secondo dopoguerra sarà il compito del mio intervento.

"Le voci di dentro" per Francesco Rosi (e Luca De Filippo). Con intervista a Carolina Rosi

Anna Barsotti
2019-01-01

Abstract

Interpretare gli umori, i sentimenti del pubblico, “personaggio in più” così importante nel teatro di Eduardo significa anche presentirli; perciò attraverso le sue opere dal 1945 al 1948 si può rivivere il trapasso dalla speranza sospesa in un cambiamento della società (Napoli milionaria!) alla delusione già preavvertita nel ’46 (con Questi fantasmi!) fino alla disillusione in atto del ’48 (Le voci di dentro). Ma del 1946 è anche Filumena Marturano, che, resuscitando il mito d’una Medea madre napoletana, è capace di capovolgere alla fine il modello tragico. La trilogia eduardiana di Francesco Rosi ripercorre, a suo modo, le tappe della prima “commedia storica”, la Napoli milionaria! che inaugura le Cantate dei giorni dispari, d’una Filumena Marturano che sublima il passaggio dalla tragedia alla beffa, e di quelle Voci di dentro in cui diventano centrali gli ambigui rapporti tra verità e finzione. Dal confronto con le tre versioni sceniche post-eduardiane dell'ultima commedia “fantastica” (per Carlo Giuffré 1949-50, per Alfonso Santagata 2004, per Toni Servillo 2013), e con l'edizione televisiva a colori del 1978 per lo stesso Eduardo, la regia di Francesco Rosi nel 2006-2007, scene di Enrico Job, con Luca De Filippo nella parte principale, appare ‘trasparente’, eppure – come vedremo – prende le distanze dal precedente eduardiano. Indagare e analizzare le modalità di tale interpretazione nostra contemporanea di questa “tarantella in tre atti” dell’immediato secondo dopoguerra sarà il compito del mio intervento.
2019
Barsotti, Anna
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