Ho accettato con piacere il compito di introdurre brevemente il saggio “I medici di Molière” del collega Marco Rossi, cardiologo e docente presso il Dipartimento di Medicina Interna dell’Università di Pisa, prendendo lo spunto dal suo significativo sottotitolo: “La medicina del Seicento nel teatro del grande drammaturgo”. Infatti, lo studio dell’approccio di Molière alla medicina del suo secolo permette all’A. una vera e propria disamina della medicina dell’epoca, dominata dal confronto fra i medici innovatori, come Harvey e Malpighi, che tentavano di applicare alla scienza medica il metodo sperimentale galileiano, e i medici conservatori ancora legati alle teorie umoralistiche, di cui la potente facoltà di medicina di Parigi costituiva l’espressione più autorevole. Dopo queste premesse l’A. passa in rassegna i diversi tipi di medico, falso o vero, messi in scena da Molière e, di conseguenza, anche i rapporti intercorsi fra Molière e i medici dell’epoca. Particolarmente originale è la silloge costituita dai dialoghi medici nelle diverse commedie, che costituisce una vera e propria antologia del pensiero medico di Molière, in genere permeato da una satira pungente. Come ha modo di precisare l’A., la satira si manifesta nella rappresentazione, chiaramente caricaturale, dell'atteggiamento dei medici in scena i quali in genere, invece di preoccuparsi dei malati si limitano a duellare pomposamente sulle reciproche conoscenze, rivelandosi professionisti di scarsa qualità che agiscono solo in funzione dei propri interessi economici. Tuttavia, come ben rileva l’A., la critica di Molière all'imperizia dei medici si giustifica nel quadro di una più ampia disamina delle illusioni umane che, com'è noto, rappresenta la dimensione più profonda del teatro del commediografo; il che porta a concludere che la “maschera” scenica del dottore non comportava alcuna seria ostilità nei confronti dei medici, come peraltro dimostrano le sue amicizie con esponenti di alto livello della stessa facoltà medica di Parigi. Per finire l’A. si pone la domanda se la satira di Molière sulla medicina del Seicento avrebbe potuto coinvolgere anche la medicina moderna e la risposta è affermativa: le aspettative mediatiche di successo talora malriposte della medicina tecnologica contemporanea e la cosiddetta “medicina difensiva”, unitamente al paradossale successo delle “medicine alternative”, avrebbero certamente stimolato lo spirito satirico del grande commediografo. In conclusione, Marco Rossi, unendo una rigorosa analisi letteraria alle competenze storico-mediche, è riuscito ad approfondire, con un testo di piacevole lettura, diversi importanti aspetti della personalità di Molière in genere trascurati dalla critica letteraria. Prof. Gino Fornaciari già Ordinario di Storia della Medicina Università di Pisa

Presentazione

Gino Fornaciari
2019-01-01

Abstract

Ho accettato con piacere il compito di introdurre brevemente il saggio “I medici di Molière” del collega Marco Rossi, cardiologo e docente presso il Dipartimento di Medicina Interna dell’Università di Pisa, prendendo lo spunto dal suo significativo sottotitolo: “La medicina del Seicento nel teatro del grande drammaturgo”. Infatti, lo studio dell’approccio di Molière alla medicina del suo secolo permette all’A. una vera e propria disamina della medicina dell’epoca, dominata dal confronto fra i medici innovatori, come Harvey e Malpighi, che tentavano di applicare alla scienza medica il metodo sperimentale galileiano, e i medici conservatori ancora legati alle teorie umoralistiche, di cui la potente facoltà di medicina di Parigi costituiva l’espressione più autorevole. Dopo queste premesse l’A. passa in rassegna i diversi tipi di medico, falso o vero, messi in scena da Molière e, di conseguenza, anche i rapporti intercorsi fra Molière e i medici dell’epoca. Particolarmente originale è la silloge costituita dai dialoghi medici nelle diverse commedie, che costituisce una vera e propria antologia del pensiero medico di Molière, in genere permeato da una satira pungente. Come ha modo di precisare l’A., la satira si manifesta nella rappresentazione, chiaramente caricaturale, dell'atteggiamento dei medici in scena i quali in genere, invece di preoccuparsi dei malati si limitano a duellare pomposamente sulle reciproche conoscenze, rivelandosi professionisti di scarsa qualità che agiscono solo in funzione dei propri interessi economici. Tuttavia, come ben rileva l’A., la critica di Molière all'imperizia dei medici si giustifica nel quadro di una più ampia disamina delle illusioni umane che, com'è noto, rappresenta la dimensione più profonda del teatro del commediografo; il che porta a concludere che la “maschera” scenica del dottore non comportava alcuna seria ostilità nei confronti dei medici, come peraltro dimostrano le sue amicizie con esponenti di alto livello della stessa facoltà medica di Parigi. Per finire l’A. si pone la domanda se la satira di Molière sulla medicina del Seicento avrebbe potuto coinvolgere anche la medicina moderna e la risposta è affermativa: le aspettative mediatiche di successo talora malriposte della medicina tecnologica contemporanea e la cosiddetta “medicina difensiva”, unitamente al paradossale successo delle “medicine alternative”, avrebbero certamente stimolato lo spirito satirico del grande commediografo. In conclusione, Marco Rossi, unendo una rigorosa analisi letteraria alle competenze storico-mediche, è riuscito ad approfondire, con un testo di piacevole lettura, diversi importanti aspetti della personalità di Molière in genere trascurati dalla critica letteraria. Prof. Gino Fornaciari già Ordinario di Storia della Medicina Università di Pisa
2019
978-884675520-9
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1012178
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