Il saggio analizza alcune dimensioni del romanzo – paratestuale, metatestuale, intertestuale – al fine di rintracciarvi i principi della poetica dell’autore, il cui ideale narrativo trova in Ivanhoe una sorta di esemplare compimento. Partendo da una contestualizzazione dell’opera di Scott all’interno del panorama culturale in cui lo scrittore si formò, con specifico riferimento alle suggestioni che gli derivarono dallo storicismo filosofico dei pensatori del cosiddetto Scottish Enlightenment, si passa ad analizzare i suoi rapporti con la tradizione narrativa coeva e precedente. S’intende qui infatti avvalorare l’idea secondo cui la produzione di Scott rappresenta non tanto il punto di partenza, come voleva Lukács, quanto quello di approdo di un lungo processo di contaminazione tra storia e racconto che, nei romanzi d’ambientazione scozzese prima e in Ivanhoe poi, trova una sorta di razionalizzazione e sistematizzazione. Interessante, da questo punto di vista, è analizzare la dimensione intertestuale del romanzo, per comprendere il grado di consapevolezza e maturità raggiunto da Scott nella sua elaborazione narrativa, una consapevolezza e una maturità che lo spingono a scardinare molti dei clichés della fiction – storica e non – del suo tempo, soprattutto per quanto concerne la strutturazione della trama e la costruzione della figura dell’eroe. Per individuare gli elementi fondativi della poetica di Scott, che finiscono per costituire i cardini stessi del suo modello di romanzo storico, ci si concentra soprattutto sugli elementi paratestuali – prefazioni, introduzioni, lettere dedicatorie – di cui l’autore fa ampio uso, non soltanto come spazi di captatio benevolentiae nei confronti del pubblico, ma anche e soprattutto come luoghi di riflessione metanarrativa che, per così dire, aprono al lettore le porte del suo laboratorio di scrittura, rivelandone strategie e intenzioni.
"Amidst the Dust of Antiquity": Scott, Ivanhoe e il racconto della storia
Ferrari R.
2019-01-01
Abstract
Il saggio analizza alcune dimensioni del romanzo – paratestuale, metatestuale, intertestuale – al fine di rintracciarvi i principi della poetica dell’autore, il cui ideale narrativo trova in Ivanhoe una sorta di esemplare compimento. Partendo da una contestualizzazione dell’opera di Scott all’interno del panorama culturale in cui lo scrittore si formò, con specifico riferimento alle suggestioni che gli derivarono dallo storicismo filosofico dei pensatori del cosiddetto Scottish Enlightenment, si passa ad analizzare i suoi rapporti con la tradizione narrativa coeva e precedente. S’intende qui infatti avvalorare l’idea secondo cui la produzione di Scott rappresenta non tanto il punto di partenza, come voleva Lukács, quanto quello di approdo di un lungo processo di contaminazione tra storia e racconto che, nei romanzi d’ambientazione scozzese prima e in Ivanhoe poi, trova una sorta di razionalizzazione e sistematizzazione. Interessante, da questo punto di vista, è analizzare la dimensione intertestuale del romanzo, per comprendere il grado di consapevolezza e maturità raggiunto da Scott nella sua elaborazione narrativa, una consapevolezza e una maturità che lo spingono a scardinare molti dei clichés della fiction – storica e non – del suo tempo, soprattutto per quanto concerne la strutturazione della trama e la costruzione della figura dell’eroe. Per individuare gli elementi fondativi della poetica di Scott, che finiscono per costituire i cardini stessi del suo modello di romanzo storico, ci si concentra soprattutto sugli elementi paratestuali – prefazioni, introduzioni, lettere dedicatorie – di cui l’autore fa ampio uso, non soltanto come spazi di captatio benevolentiae nei confronti del pubblico, ma anche e soprattutto come luoghi di riflessione metanarrativa che, per così dire, aprono al lettore le porte del suo laboratorio di scrittura, rivelandone strategie e intenzioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.