Nella lingua greca antica non esiste un'espressione equivalente al nostro «Buon anno!», né qualcosa di comparabile alla nozione moderna di week-end. La vita religiosa degli Ateniesi era infatti scandita da un ritmo connotato da minore regolarità rispetto a quello cui è abituato un osservatore occidentale contemporaneo, ma comunque caratterizzato da elementi qualitativamente rilevanti. Se è vero, infatti, che ad Atene non esisteva alcuna celebrazione dell'avvio d'anno, il calendario lunisolare ateniese sembra essere nondimeno caratterizzato dalla ricerca di alcuni elementi di maggiore o minore regolarità che avevano nelle feste religiose un punto di riferimento essenziale, e che paiono costruire dei 'ponti' tra vari momenti dell'anno solare. Dopo una breve introduzione sul tema dell'avvio di anno - o se si preferisce: del 'mancato capodanno' - nel mese estivo di Ecatombeone, è sviluppato un ragionamento sull'intreccio tra organizzazione del tempo della polis e alcune manifestazioni letterarie. In particolare si dimostra come il riferimento al 'tempo festivo della polis' possa funzionare, nel teatro tragico e comico, come quadro per costruire lo svolgimento di azioni immaginate fuori dalla scena e, al tempo tesso, possa contribuire a caratterizzare alcuni personaggi fondandosi sulla percezione del tempo da parte dei politai che assistevano al dramma durante la festa primaverile di Elafebolione. Dopo un cenno sul modo in cui viene costruito il riferimento alle feste in tragedia viene esaminato il caso delle Ekklesiazousai di Aristofane, per considerare il ruolo svolto dalle Scire, la festa che concludeva l'anno attico, e nella quale le donne protagoniste della commedia prendono decisioni sostituendosi agli uomini. E' un intreccio complesso, quello che viene a delinearsi in una commedia rappresentata in pieno inverno, durante una festa per Dioniso, che si apre con un'invocazione al sole che sorge e nel quadro di una festa estiva, nell'imminenza del momento in cui il solstizio estivo marca l'avvio del nuovo anno attico.

Buona fine e buon principio: le Scire nelle Ekklesiazousai di Aristofane

Taddei Andrea
2019-01-01

Abstract

Nella lingua greca antica non esiste un'espressione equivalente al nostro «Buon anno!», né qualcosa di comparabile alla nozione moderna di week-end. La vita religiosa degli Ateniesi era infatti scandita da un ritmo connotato da minore regolarità rispetto a quello cui è abituato un osservatore occidentale contemporaneo, ma comunque caratterizzato da elementi qualitativamente rilevanti. Se è vero, infatti, che ad Atene non esisteva alcuna celebrazione dell'avvio d'anno, il calendario lunisolare ateniese sembra essere nondimeno caratterizzato dalla ricerca di alcuni elementi di maggiore o minore regolarità che avevano nelle feste religiose un punto di riferimento essenziale, e che paiono costruire dei 'ponti' tra vari momenti dell'anno solare. Dopo una breve introduzione sul tema dell'avvio di anno - o se si preferisce: del 'mancato capodanno' - nel mese estivo di Ecatombeone, è sviluppato un ragionamento sull'intreccio tra organizzazione del tempo della polis e alcune manifestazioni letterarie. In particolare si dimostra come il riferimento al 'tempo festivo della polis' possa funzionare, nel teatro tragico e comico, come quadro per costruire lo svolgimento di azioni immaginate fuori dalla scena e, al tempo tesso, possa contribuire a caratterizzare alcuni personaggi fondandosi sulla percezione del tempo da parte dei politai che assistevano al dramma durante la festa primaverile di Elafebolione. Dopo un cenno sul modo in cui viene costruito il riferimento alle feste in tragedia viene esaminato il caso delle Ekklesiazousai di Aristofane, per considerare il ruolo svolto dalle Scire, la festa che concludeva l'anno attico, e nella quale le donne protagoniste della commedia prendono decisioni sostituendosi agli uomini. E' un intreccio complesso, quello che viene a delinearsi in una commedia rappresentata in pieno inverno, durante una festa per Dioniso, che si apre con un'invocazione al sole che sorge e nel quadro di una festa estiva, nell'imminenza del momento in cui il solstizio estivo marca l'avvio del nuovo anno attico.
2019
Taddei, Andrea
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