Da decenni il sardo è classificato come lingua in pericolo dall’UNESCO, in virtù dell’interruzione della trasmissione parentale a cui si è assistito fra gli anni Sessanta e Ottanta. In un quadro linguistico così compromesso, le misure di pianificazione linguistica portate avanti dalla Regione Autonoma della Sardegna si sono rivelate sotto alcuni aspetti inadeguate. Come noto fin da Fishman (1991), il buon successo delle misure di standardizzazione presuppone misure volte a ripristinare la trasmissione intergenerazionale, cosa che nel caso della Sardegna non è avvenuta. Nel contributo si espongono e commentano le due proposte di standardizzazione proposte negli scorsi due decenni dalla Regione, evidenziandone gli elementi di criticità e le reazioni del pubblico e delle istituzioni.
Problèmes sociolinguistiques de la normalisation du sarde
Lai, Rosangela
2018-01-01
Abstract
Da decenni il sardo è classificato come lingua in pericolo dall’UNESCO, in virtù dell’interruzione della trasmissione parentale a cui si è assistito fra gli anni Sessanta e Ottanta. In un quadro linguistico così compromesso, le misure di pianificazione linguistica portate avanti dalla Regione Autonoma della Sardegna si sono rivelate sotto alcuni aspetti inadeguate. Come noto fin da Fishman (1991), il buon successo delle misure di standardizzazione presuppone misure volte a ripristinare la trasmissione intergenerazionale, cosa che nel caso della Sardegna non è avvenuta. Nel contributo si espongono e commentano le due proposte di standardizzazione proposte negli scorsi due decenni dalla Regione, evidenziandone gli elementi di criticità e le reazioni del pubblico e delle istituzioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.