Mentre nella Livorno dell’Ottocento il bagitto era stato impiegato da non ebrei con finalità parodistiche e talora antisemitiche, negli anni Venti e Trenta del Novecento questa varietà giudeo-italiana, disprezzata dagli assimilazionisti, è usata dalle avanguardie sioniste per rafforzare la propria identità culturale e offre spunti per criticare, in modo coperto ma audace, il regime fascista. Gli ebrei livornesi emigrati in Israele nel 1938-39 o nel dopoguerra portano con sé questa lingua e questi temi, come mostrano le poesie dialettali di Mario Della Torre e le lettere inedite di Jack Benzimra.

Il bagitto nelle tende di Shem: Della Torre, Benzimra, Toaff

Fabrizio Franceschini
Primo
2018-01-01

Abstract

Mentre nella Livorno dell’Ottocento il bagitto era stato impiegato da non ebrei con finalità parodistiche e talora antisemitiche, negli anni Venti e Trenta del Novecento questa varietà giudeo-italiana, disprezzata dagli assimilazionisti, è usata dalle avanguardie sioniste per rafforzare la propria identità culturale e offre spunti per criticare, in modo coperto ma audace, il regime fascista. Gli ebrei livornesi emigrati in Israele nel 1938-39 o nel dopoguerra portano con sé questa lingua e questi temi, come mostrano le poesie dialettali di Mario Della Torre e le lettere inedite di Jack Benzimra.
2018
Franceschini, Fabrizio
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1015856
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