Imitazione e originalità sono i confini compositivi e, quindi, anche metatestuali entro cui si muovono alcuni personaggi di The Lambs of London e, di riflesso, la scrittura, che, implicitamente, sembra offrire una risposta alla “anxiety of influence” di Ackroyd, critico e romanziere cui stanno stretti i confini di genere; questi infatti scrive biografie romanzate e romanzi biografici in cui mescola realismo storiografico ed eventi fittivi, in cui l’originalità o unicità dell’individuo è il punto di partenza per una sua ‘riscrittura’ ovverosia per la creazione di un ‘falso’ letterario. In The Lambs of London la tradizione è rappresentata dal Bardo, assunto da Ackroyd come punto emblematico di riferimento cui si rapportano vari personaggi del proprio romanzo. Uno di questi, William Ireland, figlio di un libraio antiquario con ambizioni letterarie; per compiacere il primo e assecondare le seconde il giovane finge di aver trovato alcuni inediti shakespeariani, in seguito debitamente autenticati da esperti. L’anacronia, il rovesciamento sequenziale, identificano la matrice generativa del romanzo che, a vari livelli narrativi, sovverte l’ordine canonico del ‘prima’ e del ‘dopo’. Questa inversione è rappresentata nel testo dai falsi letterari di William (Ireland), per commentare i quali il giovane scavalca il padre Samuel, e che, a loro volta, rimandano al riciclaggio di opere precedenti compiuto da un altro William (Shakespeare), con un evidente procedimento di mise en abîme. La ricerca di una scrittura (e di uno scritto) originale, dunque, non sembra avere un senso né tanto meno un senso unico: la possibilità di trovare un testo primo è differita all’infinito perché rimanda continuamente all’indietro, come il figlio rimanda al padre, una tradizione a quella precedente, e ciò inficia anche la possibilità di stabilire una originalità a posteriori. Allo stesso tempo, tutto questo sottolinea il valore della continuità con effetto di contiguità del presente col passato, rappresentata dalla fiction storica, la quale re-inventa con gli occhi di ora gli accadimenti di allora e crea un mondo possibile in cui gli eventi si svolgono secondo una visione prae-posterous, dove il termine contempla i due significati di ‘anticipato’ e di ‘ridicolmente artefatto’. The Lambs of London rimanda infine a una questione sempre dibattuta circa la letteratura; pubblico e lettori sono gli aghi della bilancia di un giudizio di valore non assoluto, bensì legato a tutta una serie di variabili di cui sarebbe velleitario non voler tenere conto.
Shakespeare Prae-posterous: l'originalità impossibile in "The Lambs of London" di Peter Ackroyd
PACINOTTI, LIA
2006-01-01
Abstract
Imitazione e originalità sono i confini compositivi e, quindi, anche metatestuali entro cui si muovono alcuni personaggi di The Lambs of London e, di riflesso, la scrittura, che, implicitamente, sembra offrire una risposta alla “anxiety of influence” di Ackroyd, critico e romanziere cui stanno stretti i confini di genere; questi infatti scrive biografie romanzate e romanzi biografici in cui mescola realismo storiografico ed eventi fittivi, in cui l’originalità o unicità dell’individuo è il punto di partenza per una sua ‘riscrittura’ ovverosia per la creazione di un ‘falso’ letterario. In The Lambs of London la tradizione è rappresentata dal Bardo, assunto da Ackroyd come punto emblematico di riferimento cui si rapportano vari personaggi del proprio romanzo. Uno di questi, William Ireland, figlio di un libraio antiquario con ambizioni letterarie; per compiacere il primo e assecondare le seconde il giovane finge di aver trovato alcuni inediti shakespeariani, in seguito debitamente autenticati da esperti. L’anacronia, il rovesciamento sequenziale, identificano la matrice generativa del romanzo che, a vari livelli narrativi, sovverte l’ordine canonico del ‘prima’ e del ‘dopo’. Questa inversione è rappresentata nel testo dai falsi letterari di William (Ireland), per commentare i quali il giovane scavalca il padre Samuel, e che, a loro volta, rimandano al riciclaggio di opere precedenti compiuto da un altro William (Shakespeare), con un evidente procedimento di mise en abîme. La ricerca di una scrittura (e di uno scritto) originale, dunque, non sembra avere un senso né tanto meno un senso unico: la possibilità di trovare un testo primo è differita all’infinito perché rimanda continuamente all’indietro, come il figlio rimanda al padre, una tradizione a quella precedente, e ciò inficia anche la possibilità di stabilire una originalità a posteriori. Allo stesso tempo, tutto questo sottolinea il valore della continuità con effetto di contiguità del presente col passato, rappresentata dalla fiction storica, la quale re-inventa con gli occhi di ora gli accadimenti di allora e crea un mondo possibile in cui gli eventi si svolgono secondo una visione prae-posterous, dove il termine contempla i due significati di ‘anticipato’ e di ‘ridicolmente artefatto’. The Lambs of London rimanda infine a una questione sempre dibattuta circa la letteratura; pubblico e lettori sono gli aghi della bilancia di un giudizio di valore non assoluto, bensì legato a tutta una serie di variabili di cui sarebbe velleitario non voler tenere conto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.