L’articolo prende in esame l’evoluzione degli ordinamenti e la composizione di iscritti, diplomati e laureati della Scuola di Scienze corporative di Pisa – la prima istituita in Italia, nel 1928 – e del corso di Scienze politico-corporative attivato nel 1932 presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. L’esperimento pisano può essere collegato al lungo dibattito sull’opportunità di stabilire istituzioni finalizzate alla formazione del personale chiamato ad operare all’interno delle amministrazioni pubbliche e della diplomazia, giunto a maturazione nell’età fascista con l’attivazione di alcune Scuole e Facoltà di Scienze politiche a cui il regime attribuì l’obiettivo di formare il personale amministrativo e la nuova classe dirigente dello Stato fascista. Tuttavia, l’istituzione creata da Armando Carlini e Giuseppe Bottai, così come il corso di laurea in Scienze politico-corporative e il Collegio «Mussolini», si caratterizzarono per una peculiare identità, essendo esplicitamente finalizzate alla elaborazione teorica del corporativismo fascista, orientata alla progettazione di uno Stato totalitario. Dopo un faticoso avvio, riconducibile alla particolare fisionomia giuridica della Scuola e alla problematica definizione dei suoi rapporti con la Facoltà giuridica pisana, il dispositivo scientifico e didattico creato da Bottai giunse all’apice del suo potenziale sviluppo alla metà degli anni Trenta, periodo durante il quale si raggiunse il numero più elevato di iscritti e di diplomati. Peraltro, l’analisi delle Facoltà di provenienza dei perfezionandi rileva il chiaro carattere «nazionale» assunto dalla Scuola in questo periodo. La riforma universitaria di De Vecchi del 1935 pose fine all’esperienza del corso di laurea in Scienze politico-corporative, sostituito con un corso di laurea in Scienze politiche – privo però di collegamenti organici con le discipline corporative; la contestuale partenza da Pisa di Bottai, Carlini, Gentile e Spirito portò a una riorganizzazione della Scuola e alla ridefinizione degli indirizzi scientifici che, di fatto, segnarono l’avvio di una fase di declino della Scuola – puntualmente registrato dalla netta riduzione degli iscritti –, riflettendo anche la progressiva perdita di centralità nel dibattito politico e culturale nazionale delle tematiche legate alla costruzione dell’assetto statuale corporativo. This paper examines the evolution of university education system and the profile of students, undergraduates and graduates, at the School of Corporatist Sciences of Pisa – the first to be established in Italy, in 1928 – and the Political-Corporatist Sciences course created in 1932 at the Faculty of Law of the University of Pisa. This experiment, tested at Pisa, can be linked with the long debate on the idea of founding institutes tasked with forming personnel called to work in public administration and the diplomatic corps. Such a plan came to fruition in the fascist years with the creation of certain schools and faculties of political science that were given the job of forming administrative personnel and the new ruling class of the fascist State. However, the institute created by Armando Carlini and Giuseppe Bottai, like the degree course in Political-Corporatist Sciences and Collegio «Mussolini», were of a rather different nature in that they were explicitly aimed at the theoretical development of corporatist fascism, oriented to the planning of a totalitarian State. The School had a problematic start due to its particular legal physiognomy and to issues concerning its relations with the Faculty of Law of the University of Pisa. In the mid-1930s, it was at the peak of its potential development and the number of enrolled and graduating students was at its highest ever levels. Moreover, analysis of students’ origins shows that, during those years, the School had acquired a clear «national» character. The 1935 De Vecchi university reform had varying consequences. It brought to an end the Political-Corporatist Sciences degree course, which was replaced by Political Sciences that was stripped of all corporatismrelated subjects. Then there was the departure from Pisa of Bottai, Carlini, Gentile and Spirito, which led to a restructuring of the School and a reorganization of scientific studies, marking the start of the School’s decline with a clear drop in the number of students enrolling. Then, in national political and cultural debate, there was a progressive loss of importance of themes connected with the construction of the corporatist state system.

Un “laboratorio” per il corporativismo fascista: diplomati e laureati alla Scuola di Scienze corporative e al corso di Scienze politico-corporative dell’Università di Pisa (1928-1943)

Marco Cini
2019-01-01

Abstract

L’articolo prende in esame l’evoluzione degli ordinamenti e la composizione di iscritti, diplomati e laureati della Scuola di Scienze corporative di Pisa – la prima istituita in Italia, nel 1928 – e del corso di Scienze politico-corporative attivato nel 1932 presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. L’esperimento pisano può essere collegato al lungo dibattito sull’opportunità di stabilire istituzioni finalizzate alla formazione del personale chiamato ad operare all’interno delle amministrazioni pubbliche e della diplomazia, giunto a maturazione nell’età fascista con l’attivazione di alcune Scuole e Facoltà di Scienze politiche a cui il regime attribuì l’obiettivo di formare il personale amministrativo e la nuova classe dirigente dello Stato fascista. Tuttavia, l’istituzione creata da Armando Carlini e Giuseppe Bottai, così come il corso di laurea in Scienze politico-corporative e il Collegio «Mussolini», si caratterizzarono per una peculiare identità, essendo esplicitamente finalizzate alla elaborazione teorica del corporativismo fascista, orientata alla progettazione di uno Stato totalitario. Dopo un faticoso avvio, riconducibile alla particolare fisionomia giuridica della Scuola e alla problematica definizione dei suoi rapporti con la Facoltà giuridica pisana, il dispositivo scientifico e didattico creato da Bottai giunse all’apice del suo potenziale sviluppo alla metà degli anni Trenta, periodo durante il quale si raggiunse il numero più elevato di iscritti e di diplomati. Peraltro, l’analisi delle Facoltà di provenienza dei perfezionandi rileva il chiaro carattere «nazionale» assunto dalla Scuola in questo periodo. La riforma universitaria di De Vecchi del 1935 pose fine all’esperienza del corso di laurea in Scienze politico-corporative, sostituito con un corso di laurea in Scienze politiche – privo però di collegamenti organici con le discipline corporative; la contestuale partenza da Pisa di Bottai, Carlini, Gentile e Spirito portò a una riorganizzazione della Scuola e alla ridefinizione degli indirizzi scientifici che, di fatto, segnarono l’avvio di una fase di declino della Scuola – puntualmente registrato dalla netta riduzione degli iscritti –, riflettendo anche la progressiva perdita di centralità nel dibattito politico e culturale nazionale delle tematiche legate alla costruzione dell’assetto statuale corporativo. This paper examines the evolution of university education system and the profile of students, undergraduates and graduates, at the School of Corporatist Sciences of Pisa – the first to be established in Italy, in 1928 – and the Political-Corporatist Sciences course created in 1932 at the Faculty of Law of the University of Pisa. This experiment, tested at Pisa, can be linked with the long debate on the idea of founding institutes tasked with forming personnel called to work in public administration and the diplomatic corps. Such a plan came to fruition in the fascist years with the creation of certain schools and faculties of political science that were given the job of forming administrative personnel and the new ruling class of the fascist State. However, the institute created by Armando Carlini and Giuseppe Bottai, like the degree course in Political-Corporatist Sciences and Collegio «Mussolini», were of a rather different nature in that they were explicitly aimed at the theoretical development of corporatist fascism, oriented to the planning of a totalitarian State. The School had a problematic start due to its particular legal physiognomy and to issues concerning its relations with the Faculty of Law of the University of Pisa. In the mid-1930s, it was at the peak of its potential development and the number of enrolled and graduating students was at its highest ever levels. Moreover, analysis of students’ origins shows that, during those years, the School had acquired a clear «national» character. The 1935 De Vecchi university reform had varying consequences. It brought to an end the Political-Corporatist Sciences degree course, which was replaced by Political Sciences that was stripped of all corporatismrelated subjects. Then there was the departure from Pisa of Bottai, Carlini, Gentile and Spirito, which led to a restructuring of the School and a reorganization of scientific studies, marking the start of the School’s decline with a clear drop in the number of students enrolling. Then, in national political and cultural debate, there was a progressive loss of importance of themes connected with the construction of the corporatist state system.
2019
Cini, Marco
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1016751
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