L’ampio settore degli illeciti informativi raccoglie figure eterogenee tra le quali spiccano – perché più ricorrenti – la rivelazione di informazioni riservate, l’omissione di informazioni, la trasmissione di informazioni inesatte: benché disordinata, la casistica che si è al riguardo sviluppata ha sollecitato un dibattito che investe l’intero territorio della responsabilità civile. In questo complesso scenario si inscrive l’insieme di norme – costituito dagli artt. 15, 11, 31-36 del d. lgs. 196/2003 – che disciplinano la responsabilità civile per trattamento di informazioni personali, offrendo elementi sistematici rilevanti sul piano delle possibili opzioni in materia di responsabilità per danno da informazioni. L’interprete si trova al cospetto di previsioni – incomplete per un verso, innovative per l’altro – che disegnano un “microsistema” per la cui lettura occorre prima di tutto compiere un’accurata opera di raccordo. Il “microsistema” non è autoreferenziale: esso guarda al codice civile tramite il richiamo esplicito all’art. 2050 ed implicito all’art. 2059 (da parte, rispettivamente, del primo e del secondo comma dell’art. 15). Ma non si tratta di uno sguardo al passato: le norme codicistiche rappresentano il sicuro ancoraggio alla tradizione ma costituiscono al tempo stesso il punto di avvio di sviluppi nuovi. Il saggio affronta questi profili ricostruttivi, nonché profili attinenti alla prova liberatoria e al criterio di imputazione della responsabilità, per poi passare ad affrontare le altre questioni lasciate irrisolte dal primo comma dell’art. 15 e che tocca all’interprete sciogliere: tra queste, la possibilità o meno di estendere la legittimazione attiva anche a soggetti diversi dall’interessato – in primis coloro cui siano state comunicate informazioni su costui - che lamentino un danno da trattamento: oggetto di discussione è, ancora una volta, il danno da informazione inesatta, con tutte le implicazioni che ne discendono.

La responsabilità civile per trattamento dei dati personali

PELLECCHIA, ENZA
2006-01-01

Abstract

L’ampio settore degli illeciti informativi raccoglie figure eterogenee tra le quali spiccano – perché più ricorrenti – la rivelazione di informazioni riservate, l’omissione di informazioni, la trasmissione di informazioni inesatte: benché disordinata, la casistica che si è al riguardo sviluppata ha sollecitato un dibattito che investe l’intero territorio della responsabilità civile. In questo complesso scenario si inscrive l’insieme di norme – costituito dagli artt. 15, 11, 31-36 del d. lgs. 196/2003 – che disciplinano la responsabilità civile per trattamento di informazioni personali, offrendo elementi sistematici rilevanti sul piano delle possibili opzioni in materia di responsabilità per danno da informazioni. L’interprete si trova al cospetto di previsioni – incomplete per un verso, innovative per l’altro – che disegnano un “microsistema” per la cui lettura occorre prima di tutto compiere un’accurata opera di raccordo. Il “microsistema” non è autoreferenziale: esso guarda al codice civile tramite il richiamo esplicito all’art. 2050 ed implicito all’art. 2059 (da parte, rispettivamente, del primo e del secondo comma dell’art. 15). Ma non si tratta di uno sguardo al passato: le norme codicistiche rappresentano il sicuro ancoraggio alla tradizione ma costituiscono al tempo stesso il punto di avvio di sviluppi nuovi. Il saggio affronta questi profili ricostruttivi, nonché profili attinenti alla prova liberatoria e al criterio di imputazione della responsabilità, per poi passare ad affrontare le altre questioni lasciate irrisolte dal primo comma dell’art. 15 e che tocca all’interprete sciogliere: tra queste, la possibilità o meno di estendere la legittimazione attiva anche a soggetti diversi dall’interessato – in primis coloro cui siano state comunicate informazioni su costui - che lamentino un danno da trattamento: oggetto di discussione è, ancora una volta, il danno da informazione inesatta, con tutte le implicazioni che ne discendono.
2006
Pellecchia, Enza
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/102227
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