La Prefazione dei curatori del volume oltre a ripercorrere le linee generali dei saggi che compongono il libro collettaneo, esito di un Convegno della Scuola Normale di Pisa, stimola alla riflessione critica - a distanza - sulla figura di una dei più grandi autori-attori del teatro italiano contemporaneo. Infatti, se immaginassimo il teatro italiano novecentesco come un’ellisse, non ci sarebbero dubbi sull’identità dei due fuochi: Eduardo De Filippo (1900-1984) e Dario Fo (1926-2016)1. Ma mentre Eduardo è un classico irrevocabile – lo testimonia tra l’altro la più recente edizione critica delle opere complete, esemplare anche dal punto di vista filologico2 – Fo resta uno degli autori più discussi del canone recente. Giullare protestatario incoronato dal Nobel (1997), agitatore politico marginalizzato dalle istituzioni e mostro sacro in vita, teorico delle ‘messe da campo’ e monologhista senza pari, controinformatore e geniale bugiardo: in Fo coabitano, contraddittori e sfuggenti, un dritto e un rovescio destinati a deludere – se non a esasperare – chi tenti di farsene un’immagine coerente e unitaria. E forse anche per questa ragione pochi scrittori italiani sono stati in grado di suscitare in pari misura consensi entusiastici e dissensi feroci (gli uni e gli altri, spesso, preventivi). Da ammiratori di Fo, abbiamo provato ad avviare questa riflessione in maniera irrituale, all’insegna della mescolanza e dell’interdisciplinarità.
Prefazione
Eva Marinai;
2020-01-01
Abstract
La Prefazione dei curatori del volume oltre a ripercorrere le linee generali dei saggi che compongono il libro collettaneo, esito di un Convegno della Scuola Normale di Pisa, stimola alla riflessione critica - a distanza - sulla figura di una dei più grandi autori-attori del teatro italiano contemporaneo. Infatti, se immaginassimo il teatro italiano novecentesco come un’ellisse, non ci sarebbero dubbi sull’identità dei due fuochi: Eduardo De Filippo (1900-1984) e Dario Fo (1926-2016)1. Ma mentre Eduardo è un classico irrevocabile – lo testimonia tra l’altro la più recente edizione critica delle opere complete, esemplare anche dal punto di vista filologico2 – Fo resta uno degli autori più discussi del canone recente. Giullare protestatario incoronato dal Nobel (1997), agitatore politico marginalizzato dalle istituzioni e mostro sacro in vita, teorico delle ‘messe da campo’ e monologhista senza pari, controinformatore e geniale bugiardo: in Fo coabitano, contraddittori e sfuggenti, un dritto e un rovescio destinati a deludere – se non a esasperare – chi tenti di farsene un’immagine coerente e unitaria. E forse anche per questa ragione pochi scrittori italiani sono stati in grado di suscitare in pari misura consensi entusiastici e dissensi feroci (gli uni e gli altri, spesso, preventivi). Da ammiratori di Fo, abbiamo provato ad avviare questa riflessione in maniera irrituale, all’insegna della mescolanza e dell’interdisciplinarità.File | Dimensione | Formato | |
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