Questo studio inquadra le forme della religiosità nell’ampia regione di Pescia e Valdinievole e luoghi contigui, fra XVII e XVIII secolo. Si avvale di due griglie documentarie fra loro sovrapposte costituite da un lato da inventari, redatti fra la fine del ‘600 e l’epoca francese, degli arredi figurativi e arredi tout-court dei luoghi di religione e particolarmente dei conventi allora esistenti, dall’altro lato da un’ampia ricognizione delle immagini e dei manufatti devoti arrivati fino a noi, in gran parte sottratti alla vista comune, riposti in qualche sacrestia o canonica, serrati in qualche armadio o cassone, o anche spersi da decenni in qualche laboratorio di restauro. Rispetto alle immagini sante di lontana tradizione, acquistano ora (nel sec. XVII) maggiore evidenza, nelle chiese e soprattutto nei conventi, immagini nuove che traducono nuove devozioni e sensibilità religiosa: ad esempio le allegorie eucaristiche, il Sacro Cuore (particolarmente nei conventi della Visitazione), il ‘nuovo’ fanciullo Gesù ora con gli strumenti della Passione, ora figura di ancor maggiore densità simbolica e allegorica della redenzione; e poi il nuovo s. Giuseppe dai tratti più paterni e più nobili in compagnia del Bambino, e il motivo tutto nuovo del Transito di s. Giuseppe; e ancora le nuove evocazioni della Sacra Famiglia, ora quella cosiddetta ‘in cammino’(Trinitas terrestris), ora quella ‘al lavoro’ nella casa di Nazareth; largamente presente è ora anche la Maddalena nel tipo penitente nel ritiro della grotta, con ormai accentuati tratti di sensualità; numerose immagini di arcangeli, giovani di grande e ricercata beltà, traducono una nuova sensibilità religiosa, particolarmente nei conventi femminili. Sono qui indagati anche gli arredi dei luoghi di religione che presentano fra Sei e Settecento, a seconda degli ordini e delle regole, ora tratti di semplicità e austerità delle celle di alcuni conventi, ora invece notevole ricchezza e varietà quanto ai decori e alle immagini nelle ‘stanze’ (vere suites) di altri: anche immagini profane quali paesi, fiori e frutta, uccelli, carte geografiche e altro; aspetti che vanno prendendo maggior evidenza nel corso del Settecento. Un nuovo senso e gusto dell’ornato e del prezioso traspare negli arredi devoti: altarini composti di semplici materiali, piccoli tabernacoli impreziositi, piccole composizioni sacre, incorniciate o anche sotto vetro, fatte con cartone, cartapesta, gesso e stucco dipinti, ornate con falsi gioielli, immagini sante preziosamente ricamate su tela dalle monache. Particolarmente dai conventi femminili provengono quei bambolotti raffiguranti il Bambin Gesù coi loro corredi di abitini e altri ornamenti, da esporre all’adorazione in certe ricorrenze, ma anche oggetto di continue cure devote e ‘domestiche’ delle monache, nella temperie della sensibilità religiosa barocca e settecentesca.

Celesti immagini. Aspetti della religiosità in Valdinievole nell'età moderna

MENZIONE, ANDREA
2006-01-01

Abstract

Questo studio inquadra le forme della religiosità nell’ampia regione di Pescia e Valdinievole e luoghi contigui, fra XVII e XVIII secolo. Si avvale di due griglie documentarie fra loro sovrapposte costituite da un lato da inventari, redatti fra la fine del ‘600 e l’epoca francese, degli arredi figurativi e arredi tout-court dei luoghi di religione e particolarmente dei conventi allora esistenti, dall’altro lato da un’ampia ricognizione delle immagini e dei manufatti devoti arrivati fino a noi, in gran parte sottratti alla vista comune, riposti in qualche sacrestia o canonica, serrati in qualche armadio o cassone, o anche spersi da decenni in qualche laboratorio di restauro. Rispetto alle immagini sante di lontana tradizione, acquistano ora (nel sec. XVII) maggiore evidenza, nelle chiese e soprattutto nei conventi, immagini nuove che traducono nuove devozioni e sensibilità religiosa: ad esempio le allegorie eucaristiche, il Sacro Cuore (particolarmente nei conventi della Visitazione), il ‘nuovo’ fanciullo Gesù ora con gli strumenti della Passione, ora figura di ancor maggiore densità simbolica e allegorica della redenzione; e poi il nuovo s. Giuseppe dai tratti più paterni e più nobili in compagnia del Bambino, e il motivo tutto nuovo del Transito di s. Giuseppe; e ancora le nuove evocazioni della Sacra Famiglia, ora quella cosiddetta ‘in cammino’(Trinitas terrestris), ora quella ‘al lavoro’ nella casa di Nazareth; largamente presente è ora anche la Maddalena nel tipo penitente nel ritiro della grotta, con ormai accentuati tratti di sensualità; numerose immagini di arcangeli, giovani di grande e ricercata beltà, traducono una nuova sensibilità religiosa, particolarmente nei conventi femminili. Sono qui indagati anche gli arredi dei luoghi di religione che presentano fra Sei e Settecento, a seconda degli ordini e delle regole, ora tratti di semplicità e austerità delle celle di alcuni conventi, ora invece notevole ricchezza e varietà quanto ai decori e alle immagini nelle ‘stanze’ (vere suites) di altri: anche immagini profane quali paesi, fiori e frutta, uccelli, carte geografiche e altro; aspetti che vanno prendendo maggior evidenza nel corso del Settecento. Un nuovo senso e gusto dell’ornato e del prezioso traspare negli arredi devoti: altarini composti di semplici materiali, piccoli tabernacoli impreziositi, piccole composizioni sacre, incorniciate o anche sotto vetro, fatte con cartone, cartapesta, gesso e stucco dipinti, ornate con falsi gioielli, immagini sante preziosamente ricamate su tela dalle monache. Particolarmente dai conventi femminili provengono quei bambolotti raffiguranti il Bambin Gesù coi loro corredi di abitini e altri ornamenti, da esporre all’adorazione in certe ricorrenze, ma anche oggetto di continue cure devote e ‘domestiche’ delle monache, nella temperie della sensibilità religiosa barocca e settecentesca.
2006
Menzione, Andrea
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/102505
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