La cremazione, rito funebre dominante in molte parti del mondo, è oggi in Italia una pratica “stra-ordinaria”, per poter accedere a tale trattamento è infatti necessaria un’attestazione comprovante la volontà del defunto (Cavana 2009). Una simile previsione richiama sia la rilevanza dell’investimento simbolico attorno al corpo umano privo di vita (Baker, Baker, Gentry 2016), parte imprescindibile e costitutiva di quell’universale culturale rappresentato dal rito di commiato (Murdock 1965), che la peculiare declinazione che di questo investimento ha prodotto l’Occidente, nello specifico l’Occidente cattolico (Mayer 2007). Partendo da queste considerazioni, il contributo propone una lettura della cremazione come pratica sociale in relazione con gli apparati mitici e rituali delineati dalle società umane nel corso del tempo per rispondere alla morte come crisi socio-relazionale (Durkheim 1971 [1912]). In questa prospettiva i riti di commiato si rivelano quali pratiche simboliche fondative dell’ordine sociale (Berger, Luckmann 1969), fatti sociali totali à la Mauss, permettendo di leggere in filigrana l’intera dinamica societaria (Martelli 2005, 2006) in una dialettica ricorsiva tale per cui è possibile studiare questa per comprendere quelle, e viceversa.

Riti piaculari oggi: la cremazione tra de-istituzionalizzazione, personalizzazione e continuità identitaria

cervia, silvia
2020-01-01

Abstract

La cremazione, rito funebre dominante in molte parti del mondo, è oggi in Italia una pratica “stra-ordinaria”, per poter accedere a tale trattamento è infatti necessaria un’attestazione comprovante la volontà del defunto (Cavana 2009). Una simile previsione richiama sia la rilevanza dell’investimento simbolico attorno al corpo umano privo di vita (Baker, Baker, Gentry 2016), parte imprescindibile e costitutiva di quell’universale culturale rappresentato dal rito di commiato (Murdock 1965), che la peculiare declinazione che di questo investimento ha prodotto l’Occidente, nello specifico l’Occidente cattolico (Mayer 2007). Partendo da queste considerazioni, il contributo propone una lettura della cremazione come pratica sociale in relazione con gli apparati mitici e rituali delineati dalle società umane nel corso del tempo per rispondere alla morte come crisi socio-relazionale (Durkheim 1971 [1912]). In questa prospettiva i riti di commiato si rivelano quali pratiche simboliche fondative dell’ordine sociale (Berger, Luckmann 1969), fatti sociali totali à la Mauss, permettendo di leggere in filigrana l’intera dinamica societaria (Martelli 2005, 2006) in una dialettica ricorsiva tale per cui è possibile studiare questa per comprendere quelle, e viceversa.
2020
Cervia, Silvia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1044967
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