Dopo il fallimento della rivoluzione del 1905 alcuni tra i maggiori nomi del movimento rivoluzionario russo vissero per periodi diversi in Italia, dove si formarono reti organizzative legate ai partiti socialisti (apparati clandestini, società di mutuo soccorso, biblioteche, scuole di partito) ma anche circoli più informi e meno moderni, di fatto simili alle strutture ottocentesche di quel movimento, raccolti intorno a singole figure quali Gor’kij tra i socialdemocraitici e Amfiteatrov o Kačorovskij tra i socialisti-rivoluzionari. Fino alla seconda rivoluzione i loro diretti rapporti con la vita politica italiana furono scarsi, ma dopo il 1917 la colonia socialista russa si impegnò nella creazione di alcune riviste e di una casa editrice, dividendosi tra la critica o l’appoggio al regime sovietico. La continuità personale tra l’emigrazione pre- e post-rivoluzionaria fu molto forte, ma ciò non fu sufficiente a radicare in Italia questa vivace presenza politico-culturale, che dopo il 1921 dovette riconoscere l’impossibilità di influire sulla vita politica italiana.

Russkie emigranty-revoljucionery v Italii (1906-1922) [Rivoluzionari russi emigrati in Italia (1906-1922)]

VENTURI, ANTONELLO LIVIO
2006-01-01

Abstract

Dopo il fallimento della rivoluzione del 1905 alcuni tra i maggiori nomi del movimento rivoluzionario russo vissero per periodi diversi in Italia, dove si formarono reti organizzative legate ai partiti socialisti (apparati clandestini, società di mutuo soccorso, biblioteche, scuole di partito) ma anche circoli più informi e meno moderni, di fatto simili alle strutture ottocentesche di quel movimento, raccolti intorno a singole figure quali Gor’kij tra i socialdemocraitici e Amfiteatrov o Kačorovskij tra i socialisti-rivoluzionari. Fino alla seconda rivoluzione i loro diretti rapporti con la vita politica italiana furono scarsi, ma dopo il 1917 la colonia socialista russa si impegnò nella creazione di alcune riviste e di una casa editrice, dividendosi tra la critica o l’appoggio al regime sovietico. La continuità personale tra l’emigrazione pre- e post-rivoluzionaria fu molto forte, ma ciò non fu sufficiente a radicare in Italia questa vivace presenza politico-culturale, che dopo il 1921 dovette riconoscere l’impossibilità di influire sulla vita politica italiana.
2006
Venturi, ANTONELLO LIVIO
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