Nell’articolo si presenta un’analisi del ceto dirigente volterrano negli anni in cui la Toscana fu inglobata nell’Impero napoleonico. Da tale analisi, resa possibile dalla notevole quantità di documentazione prodotta dall’Amministrazione francese, emergono con nettezza alcuni caratteri socio-economici dell’aristocrazia volterrana, nonché le criticità che tale ceto si trovò ad affrontare, esasperate dall’applicazione dell’ordinamento amministrativo-fiscale francese alla Toscana. In primo luogo, si può osservare come il sistema fiscale francese – basato su una pluralità di imposte dirette ed indirette – abbia comportato per il ceto dirigente cittadino un generalizzato impoverimento, accentuato poi dall’espropriazione delle Saline. Tuttavia, il ralliement al nuovo regime dell’aristocrazia locale consentì a quest’ultima di conservare la gestione degli enti creditizi (il Monte Pio) ed assistenziali, circostanza che le permise di continuare a drenare le risorse messe a disposizione dall’amministrazione della città e del territorio, integrando i modesti livelli della rendita garantita dal settore primario e dal moderato valore dei beni fondiari posti nel Volterrano.
Il ceto dirigente volterrano all'indomani del primo scioglimento dell'Ordine di S. Stefano (1809-1814)
CINI, MARCO
2006-01-01
Abstract
Nell’articolo si presenta un’analisi del ceto dirigente volterrano negli anni in cui la Toscana fu inglobata nell’Impero napoleonico. Da tale analisi, resa possibile dalla notevole quantità di documentazione prodotta dall’Amministrazione francese, emergono con nettezza alcuni caratteri socio-economici dell’aristocrazia volterrana, nonché le criticità che tale ceto si trovò ad affrontare, esasperate dall’applicazione dell’ordinamento amministrativo-fiscale francese alla Toscana. In primo luogo, si può osservare come il sistema fiscale francese – basato su una pluralità di imposte dirette ed indirette – abbia comportato per il ceto dirigente cittadino un generalizzato impoverimento, accentuato poi dall’espropriazione delle Saline. Tuttavia, il ralliement al nuovo regime dell’aristocrazia locale consentì a quest’ultima di conservare la gestione degli enti creditizi (il Monte Pio) ed assistenziali, circostanza che le permise di continuare a drenare le risorse messe a disposizione dall’amministrazione della città e del territorio, integrando i modesti livelli della rendita garantita dal settore primario e dal moderato valore dei beni fondiari posti nel Volterrano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.