Attraverso lo studio dei documenti prodotti dal consolato sardo a Venezia tra il 1859 e il 1866, si esamina l’impatto delle vicende venete di quel giro d’anni sul processo di costruzione della nazionalità italiana. Da una «guerra di indipendenza» all’altra, il Veneto è infatti attraversato da un flusso instabile di viaggiatori, esiliati, migranti, rifugiati, combattenti regolari o volontari, in un contesto istituzionale mutevole, fatto di cambi di regime e di sovranità. In questo quadro, dalla complessità spesso inestricabile, al console di Sardegna e, poi, d’Italia a Venezia è affidato il compito di stabilire la nazionalità degli individui, condizione per emettere atti riguardanti migliaia di persone, tra cui passaporti e visti. Parallelamente alla questione della nazionalità degli amministrati vi è però anche quella degli amministratori. A partire dal 1859, Torino e Vienna interrompono le relazioni diplomatiche e, secondo una consueta prassi delle relazioni internazionali, la Sardegna affidò la gestione dei propri interessi nei paesi nemici a una terza potenza, cioè al Regno di Svezia e Norvegia.
L’Italia Unita dei consoli. Il complicato caso di Venezia (1859-1866)
Marcella Aglietti
Primo
2020-01-01
Abstract
Attraverso lo studio dei documenti prodotti dal consolato sardo a Venezia tra il 1859 e il 1866, si esamina l’impatto delle vicende venete di quel giro d’anni sul processo di costruzione della nazionalità italiana. Da una «guerra di indipendenza» all’altra, il Veneto è infatti attraversato da un flusso instabile di viaggiatori, esiliati, migranti, rifugiati, combattenti regolari o volontari, in un contesto istituzionale mutevole, fatto di cambi di regime e di sovranità. In questo quadro, dalla complessità spesso inestricabile, al console di Sardegna e, poi, d’Italia a Venezia è affidato il compito di stabilire la nazionalità degli individui, condizione per emettere atti riguardanti migliaia di persone, tra cui passaporti e visti. Parallelamente alla questione della nazionalità degli amministrati vi è però anche quella degli amministratori. A partire dal 1859, Torino e Vienna interrompono le relazioni diplomatiche e, secondo una consueta prassi delle relazioni internazionali, la Sardegna affidò la gestione dei propri interessi nei paesi nemici a una terza potenza, cioè al Regno di Svezia e Norvegia.File | Dimensione | Formato | |
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