Il contributo analizza la presenza delle professioni artistiche e tecniche in diversi generi letterari di epoca imperiale: filosofia, retorica, letteratura tecnica e fonti giuridiche. Eccettuata la letteratura filosofica, che perpetua la condanna platonica delle arti imitative, le altre fonti delineano figure di professionisti a metà tra il lavoro manuale e quello intellettuale. Negli autori presi in esame, i lavoratori che effettuano attività riconoscibili come ‘artistiche’ (secondo una concezione moderna, estranea al mondo greco-romano) sono sempre considerati all’interno della generale categoria degli artifices, professionisti caratterizzati dal possesso di competenze teoriche e pratiche che conoscono le tecniche di lavorazione di determinati materiali. Se certamente la condizione di artifex non consentiva la stessa mobilità sociale cui potevano aspirare quanti avevano compiuto studi di maggior prestigio quali quelli retorici, dalle fonti emerge chiaramente non solo la stima nei confronti dei professionisti delle tecniche, ma soprattutto il riconoscimento della loro importanza fondamentale per il buon funzionamento del sistema infrastrutturale dell’Impero. Nell’ultima parte del contributo vengono quindi analizzate alcune fonti legislative tardoantiche volte a tutelare gli artifices attraverso la concessione di esenzioni e immunità, e soprattutto a garantire la trasmissione delle loro competenze alle successive generazioni, così da assicurare un continuo ricambio di professionisti per le necessità dell’Impero.

Da banausoi a professores: il ruolo degli artisti nella società romana

Guidetti F
2018-01-01

Abstract

Il contributo analizza la presenza delle professioni artistiche e tecniche in diversi generi letterari di epoca imperiale: filosofia, retorica, letteratura tecnica e fonti giuridiche. Eccettuata la letteratura filosofica, che perpetua la condanna platonica delle arti imitative, le altre fonti delineano figure di professionisti a metà tra il lavoro manuale e quello intellettuale. Negli autori presi in esame, i lavoratori che effettuano attività riconoscibili come ‘artistiche’ (secondo una concezione moderna, estranea al mondo greco-romano) sono sempre considerati all’interno della generale categoria degli artifices, professionisti caratterizzati dal possesso di competenze teoriche e pratiche che conoscono le tecniche di lavorazione di determinati materiali. Se certamente la condizione di artifex non consentiva la stessa mobilità sociale cui potevano aspirare quanti avevano compiuto studi di maggior prestigio quali quelli retorici, dalle fonti emerge chiaramente non solo la stima nei confronti dei professionisti delle tecniche, ma soprattutto il riconoscimento della loro importanza fondamentale per il buon funzionamento del sistema infrastrutturale dell’Impero. Nell’ultima parte del contributo vengono quindi analizzate alcune fonti legislative tardoantiche volte a tutelare gli artifices attraverso la concessione di esenzioni e immunità, e soprattutto a garantire la trasmissione delle loro competenze alle successive generazioni, così da assicurare un continuo ricambio di professionisti per le necessità dell’Impero.
2018
Guidetti, F
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