A complex personality and one of the most remarkable English poets of the seventeenth century, Andrew Marvell (1621-1678) also provides food for thought among contemporary scholars interested in Literary Ecology. This paper deals with Marvell’s masterly style and two of his poems by both shedding light on their historical, cultural, and literary contexts and reading them through an ecocritical lens. It will be pointed out how “The Garden” lends itself to a multilayered analysis which draws on philosophical views of the natural world, the motifs of rural retirement and the Garden of Eden, the “furor hortensis” debates as well as real gardens and green culture in early modern England. At the same time, some passages appear to unfold as a kind of “ecosystemic fantasy” chiming in with a deep-ecology perspective and its advocacy of a re-earthing process. For its part, “The Mower against Gardens” builds a pressing argument that awakens one to the questions of environmental protection, biogeographical identity and the conservation of wild flora as opposed to a selective practice of grafting, budding, and hybridisation which endangers natural biodiversity by creating artificial “monsters”.

Personalità complessa ed uno dei poeti più rilevanti del Seicento inglese, Andrew Marvell (1621-1678) offre interessanti spunti di indagine anche agli studiosi contemporanei di Ecologia letteraria. Il presente saggio analizza l’eccellente stile marvelliano e due poesie dell’autore sia facendo luce sui rispettivi contesti storici, culturali e letterari, sia affrontando le opere attraverso la lente dell’Ecocritica. Si metterà dunque in rilievo come “The Garden” si presti ad una disamina pluristratificata che attinge alla filosofia della Natura, ai motivi del “rural retirement” e del Giardino dell’Eden, ai dibattiti innervati dal “furor hortensis” così come ad elementi estrapolati dall’architettura di giardini storici e dalla “green culture” dell’Inghilterra coeva. Al tempo stesso, alcuni passi di “The Garden” sembrano dar voce ad una “fantasia ecosistemica” che anticipa prospettive connesse all’Ecologia profonda e ai suoi imperativi inerenti ad un “re-earthing process”. Su un fronte parallelo, la logica serrata di “The Mower against Gardens” ben si coniuga con il delinearsi di paradigmi legati alla sensibilità ambientale, all’identità biogeografica e alla conservazione della flora spontanea, in contrasto con pratiche selettive di innesti e ibridazioni che, creando “mostri” artificiali, mettono a rischio la biodiversità naturale.

'A Green Marvell': etica e filosofia del verde in 'The Garden' e 'The Mower against Gardens'

Laura Giovannelli
2020-01-01

Abstract

A complex personality and one of the most remarkable English poets of the seventeenth century, Andrew Marvell (1621-1678) also provides food for thought among contemporary scholars interested in Literary Ecology. This paper deals with Marvell’s masterly style and two of his poems by both shedding light on their historical, cultural, and literary contexts and reading them through an ecocritical lens. It will be pointed out how “The Garden” lends itself to a multilayered analysis which draws on philosophical views of the natural world, the motifs of rural retirement and the Garden of Eden, the “furor hortensis” debates as well as real gardens and green culture in early modern England. At the same time, some passages appear to unfold as a kind of “ecosystemic fantasy” chiming in with a deep-ecology perspective and its advocacy of a re-earthing process. For its part, “The Mower against Gardens” builds a pressing argument that awakens one to the questions of environmental protection, biogeographical identity and the conservation of wild flora as opposed to a selective practice of grafting, budding, and hybridisation which endangers natural biodiversity by creating artificial “monsters”.
2020
978-88-3339-334-6
Personalità complessa ed uno dei poeti più rilevanti del Seicento inglese, Andrew Marvell (1621-1678) offre interessanti spunti di indagine anche agli studiosi contemporanei di Ecologia letteraria. Il presente saggio analizza l’eccellente stile marvelliano e due poesie dell’autore sia facendo luce sui rispettivi contesti storici, culturali e letterari, sia affrontando le opere attraverso la lente dell’Ecocritica. Si metterà dunque in rilievo come “The Garden” si presti ad una disamina pluristratificata che attinge alla filosofia della Natura, ai motivi del “rural retirement” e del Giardino dell’Eden, ai dibattiti innervati dal “furor hortensis” così come ad elementi estrapolati dall’architettura di giardini storici e dalla “green culture” dell’Inghilterra coeva. Al tempo stesso, alcuni passi di “The Garden” sembrano dar voce ad una “fantasia ecosistemica” che anticipa prospettive connesse all’Ecologia profonda e ai suoi imperativi inerenti ad un “re-earthing process”. Su un fronte parallelo, la logica serrata di “The Mower against Gardens” ben si coniuga con il delinearsi di paradigmi legati alla sensibilità ambientale, all’identità biogeografica e alla conservazione della flora spontanea, in contrasto con pratiche selettive di innesti e ibridazioni che, creando “mostri” artificiali, mettono a rischio la biodiversità naturale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1059983
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