Il saggio tratta un fenomeno che riguarda il teatro italiano del Novecento, caratterizzato da un percorso di genere e, al tempo stesso, dall’uso-riuso dei dialetti, dalla polifonia delle varietà regionali con la lingua italiana ed anche con le lingue straniere. Il percorso conduce dalla “crisi del dialogo” all’emergenza del “monologo” nel più generale processo di “epicizzazione del dramma” (Szondi); ed il fenomeno può essere colto nei testi e negli spettacoli di Eduardo De Filippo, Dario Fo, e dei loro controversi eredi: in quegli attori-autori che, anche attraverso contaminazioni di linguaggi, hanno creato personaggi ambiguamente comici o tragi-comici (Massimo Troisi, Roberto Benigni, Enzo Moscato). Sono autori che recitano e che traggono succhi espressivi da una nativa koinè regionale linguistica, sfruttando una fisicità e una paralinguistica che s’innestano nell’albero genealogico dell’avanspettacolo e del varietà, per versare anche nella nuova formula dell’one man show l’uso di una mimica che svaria continuamente dal volto alla maschera alla smorfia (o viceversa).

"Dialetti, lingue, pastiches: linguaggi in scena dal '900 al 2000 (Eduardo Fo Troisi Benigni Moscato)"

BARSOTTI, ANNA
2006-01-01

Abstract

Il saggio tratta un fenomeno che riguarda il teatro italiano del Novecento, caratterizzato da un percorso di genere e, al tempo stesso, dall’uso-riuso dei dialetti, dalla polifonia delle varietà regionali con la lingua italiana ed anche con le lingue straniere. Il percorso conduce dalla “crisi del dialogo” all’emergenza del “monologo” nel più generale processo di “epicizzazione del dramma” (Szondi); ed il fenomeno può essere colto nei testi e negli spettacoli di Eduardo De Filippo, Dario Fo, e dei loro controversi eredi: in quegli attori-autori che, anche attraverso contaminazioni di linguaggi, hanno creato personaggi ambiguamente comici o tragi-comici (Massimo Troisi, Roberto Benigni, Enzo Moscato). Sono autori che recitano e che traggono succhi espressivi da una nativa koinè regionale linguistica, sfruttando una fisicità e una paralinguistica che s’innestano nell’albero genealogico dell’avanspettacolo e del varietà, per versare anche nella nuova formula dell’one man show l’uso di una mimica che svaria continuamente dal volto alla maschera alla smorfia (o viceversa).
2006
Barsotti, Anna
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/106073
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