Uno degli aspetti più tragici della pandemia da Covid-19 che il mondo intero sta attraversando è la sorte dei corpi delle persone decedute. Come in tutte le epidemie, i cadaveri infetti non possono essere restituiti alle famiglie. Non solo i morenti restano soli nei reparti di terapia intensiva: ma a chi sopravvive è negata la possibilità dei riti del cordoglio. È questo l’aspetto forse più disumano di questo esperimento di socialità sospesa cui siamo costretti. Ancora più disumano dell’immaginario distopico di quei filosofi che paventano la nostra riduzione a nuda vita. Nell’ottica antropologica, in realtà, la vita umana non è mai “nuda” finché è sorretta dalla cultura. Neppure la privazione radicale dei diritti di cittadinanza basta a renderla tale. Ma cosa succede quando la morte viene spogliata da ogni dimensione culturale e relazionale? Si può parlare forse di una “nuda morte”?
Il contagio e i riti funebri: qualche rilettura di antropologia del lutto
DEI, FABIO
2020-01-01
Abstract
Uno degli aspetti più tragici della pandemia da Covid-19 che il mondo intero sta attraversando è la sorte dei corpi delle persone decedute. Come in tutte le epidemie, i cadaveri infetti non possono essere restituiti alle famiglie. Non solo i morenti restano soli nei reparti di terapia intensiva: ma a chi sopravvive è negata la possibilità dei riti del cordoglio. È questo l’aspetto forse più disumano di questo esperimento di socialità sospesa cui siamo costretti. Ancora più disumano dell’immaginario distopico di quei filosofi che paventano la nostra riduzione a nuda vita. Nell’ottica antropologica, in realtà, la vita umana non è mai “nuda” finché è sorretta dalla cultura. Neppure la privazione radicale dei diritti di cittadinanza basta a renderla tale. Ma cosa succede quando la morte viene spogliata da ogni dimensione culturale e relazionale? Si può parlare forse di una “nuda morte”?File | Dimensione | Formato | |
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