La principale tesi di questo contributo è che: (a) la pratica di qualsiasi forma di corruzione pubblica implica necessariamente un esercizio invisibile e impalpabile di molteplici forme di coercizione indiretta; (b) al ricorrere di certe condizioni, la pratica della corruzione si traduce anche in manifestazioni esplicite e riconoscibili di violenza. Distinguere questi due possibili piani di sovrapposizione tra corruzione e violenza (latente o attuale) non significa attribuire un diverso grado di rilevanza – per quanto concerne la gravità delle conseguenze – sulle sue vittime, consapevoli o inconsapevoli. Anche la violenza della corruzione che rimane potenziale e inavvertita può produrre effetti drammatici, talvolta letali. Ciò accade quando la pratica della corruzione distorce e inquina i processi decisionali dell’apparato pubblico necessari a garantire e tutelare servizi pubblici essenziali – sicurezza, salute, vita – che sono così assicurati selettivamente ad alcune categorie di individui e negati coattivamente ad altri. Quello che viene meno in questi casi è di solito la capacità degli attori sociali di riconoscere la genesi di quegli abusi e ricondurli alla loro causa – per l’appunto, le pratiche di corruzione. In questi casi sono agenti pubblici che operano entro l’organizzazione statale ad abusare del loro ruolo utilizzandone strumentalmente l’apparato coattivo per perseguire finalità private o particolaristiche.
La corruzione violenta Agenti pubblici e mafiosi tra tangenti e coercizione
Vannucci, Alberto
2020-01-01
Abstract
La principale tesi di questo contributo è che: (a) la pratica di qualsiasi forma di corruzione pubblica implica necessariamente un esercizio invisibile e impalpabile di molteplici forme di coercizione indiretta; (b) al ricorrere di certe condizioni, la pratica della corruzione si traduce anche in manifestazioni esplicite e riconoscibili di violenza. Distinguere questi due possibili piani di sovrapposizione tra corruzione e violenza (latente o attuale) non significa attribuire un diverso grado di rilevanza – per quanto concerne la gravità delle conseguenze – sulle sue vittime, consapevoli o inconsapevoli. Anche la violenza della corruzione che rimane potenziale e inavvertita può produrre effetti drammatici, talvolta letali. Ciò accade quando la pratica della corruzione distorce e inquina i processi decisionali dell’apparato pubblico necessari a garantire e tutelare servizi pubblici essenziali – sicurezza, salute, vita – che sono così assicurati selettivamente ad alcune categorie di individui e negati coattivamente ad altri. Quello che viene meno in questi casi è di solito la capacità degli attori sociali di riconoscere la genesi di quegli abusi e ricondurli alla loro causa – per l’appunto, le pratiche di corruzione. In questi casi sono agenti pubblici che operano entro l’organizzazione statale ad abusare del loro ruolo utilizzandone strumentalmente l’apparato coattivo per perseguire finalità private o particolaristiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.