Il Narkomfin, celebre opera di Moisej Ginzburg, è sempre stata un’icona del Modernismo internazionale. Prototipo di domkommuna, audace laboratorio di nuove tipologie abitative, “condensatore sociale”, “palestra di socialismo”, strumento per trasformare “la coscienza e il corpo” dei suoi abitanti, residenza di Miljutin e di Deineka, teatro delle purghe delle purghe del ’37, e poi imbarazzante relitto nella Mosca post-sovietica, questo edificio riassume non solo la storia dell’avanguardia russa del Novecento e le sue contraddizioni ma anche le ambizioni e i fallimenti del Movimento Moderno. Oggi un coraggioso progetto di restauro/riutilizzo ad opera del nipote del progettista originale pone di fronte questa icona alle sfide che pone l’architettura e la città del Ventunesimo secolo.
La resurrezione della Dom Narkomfina
Lanini, Luca
2020-01-01
Abstract
Il Narkomfin, celebre opera di Moisej Ginzburg, è sempre stata un’icona del Modernismo internazionale. Prototipo di domkommuna, audace laboratorio di nuove tipologie abitative, “condensatore sociale”, “palestra di socialismo”, strumento per trasformare “la coscienza e il corpo” dei suoi abitanti, residenza di Miljutin e di Deineka, teatro delle purghe delle purghe del ’37, e poi imbarazzante relitto nella Mosca post-sovietica, questo edificio riassume non solo la storia dell’avanguardia russa del Novecento e le sue contraddizioni ma anche le ambizioni e i fallimenti del Movimento Moderno. Oggi un coraggioso progetto di restauro/riutilizzo ad opera del nipote del progettista originale pone di fronte questa icona alle sfide che pone l’architettura e la città del Ventunesimo secolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.