Il testo ricostruisce l’evoluzione dei procedimenti di stima dei conti nazionali italiani tra la loro prima valutazione, nel dopoguerra, e l’introduzione del sistema di conti ESA nel 1995. In mezzo secolo si sono succedute numerose revisioni delle stime, in parte grazie alla maggiore disponibilità di dati, in parte per l’applicazione di schemi concettuali profondamente rieleborati con cadenza pressoché decennale dopo la metà degli anni Sessata. Revisioni e modifiche delle stime correnti ufficiali Istat si sono riflesse in serie storiche che configurano uno sviluppo secolare di intensità, composizione e dinamica congiunturale piuttosto diverso. Ne derivano incertezze e confusioni che non sono state corrette con l’introduzione di un nuovo sistema di contabilità nazionale negli anni Settanta (il SEC), dal momento che l’Istat non ha ritenuto di poter armonizzare le nuove stime con le precedenti risalendo oltre il 1970. Si sono invece sviluppati diversi tentativi di studiosi di creare nuove serie storiche dei conti nazionali per periodi precedenti più o meno lunghi, retropolando serie elaborate secondo i metodi più recenti e concatenado serie diverse. Unica eccezione il progetto di revisione delle serie storiche patrocinato dalla Banca d’Italia che ha comportato la rielaborazione della stima del valore aggiunto di agricoltura, industria e servizi nel 1911 per utilizzarla come riferimento nelle retropolazioni. I procedimenti seguiti dall’Istat fino all’introduzione del SEC nell’elaborazione delle sue serie sono ricostruiti con un certo dettaglio per mostrare l’evoluzione del grado di copertura e attendibilità delle stime dei primi 25 anni circa di contabilità nazionale e mettere in evidenza le caratteristiche degli schemi concettuali che erano alla base di quelle soluzioni statistiche. Si tratta dei procedimenti che hanno avuto una particolare rilevanza per l’elaborazione delle prime serie storiche secolari italiane: quella Istat degli anni Cinquanta e la versione profondamente rivista da O. Vitali sulla base dei criteri di stima introdotti nel 1965, le più usate dagli storici fino a metà anni Novanta. Vengono poi spiegate le principali differenze introdotte dal SEC nel sistema dei conti nazionali italiani, mostrandone le implicazioni in termini di valutazione delle principali grandezze macroeconomiche e vengono illustrati i criteri di compilazione delle serie storiche elaborate a partire dagli anni Ottanta dai diversi studiosi. Alcune tavole confrontano i tassi medi quinquennali composti di variazione desunti dalle serie retrospettive più utilizzate delle maggiori grandezze macroeconomiche. Richiamando l’attenzione sugli elementi che discontinuità fra le serie, sulle lacune e i limiti dei dati di basi l’A. intende sottolineare il margine di discrezionalità presente nelle serie disponibili e richiamare l’esigenza di maggior consapevolezza critica nel loro impiego.
LA CONTABILITA' NAZIONALE ITALIANA (1890-1995)
FALCO, GIANCARLO
2006-01-01
Abstract
Il testo ricostruisce l’evoluzione dei procedimenti di stima dei conti nazionali italiani tra la loro prima valutazione, nel dopoguerra, e l’introduzione del sistema di conti ESA nel 1995. In mezzo secolo si sono succedute numerose revisioni delle stime, in parte grazie alla maggiore disponibilità di dati, in parte per l’applicazione di schemi concettuali profondamente rieleborati con cadenza pressoché decennale dopo la metà degli anni Sessata. Revisioni e modifiche delle stime correnti ufficiali Istat si sono riflesse in serie storiche che configurano uno sviluppo secolare di intensità, composizione e dinamica congiunturale piuttosto diverso. Ne derivano incertezze e confusioni che non sono state corrette con l’introduzione di un nuovo sistema di contabilità nazionale negli anni Settanta (il SEC), dal momento che l’Istat non ha ritenuto di poter armonizzare le nuove stime con le precedenti risalendo oltre il 1970. Si sono invece sviluppati diversi tentativi di studiosi di creare nuove serie storiche dei conti nazionali per periodi precedenti più o meno lunghi, retropolando serie elaborate secondo i metodi più recenti e concatenado serie diverse. Unica eccezione il progetto di revisione delle serie storiche patrocinato dalla Banca d’Italia che ha comportato la rielaborazione della stima del valore aggiunto di agricoltura, industria e servizi nel 1911 per utilizzarla come riferimento nelle retropolazioni. I procedimenti seguiti dall’Istat fino all’introduzione del SEC nell’elaborazione delle sue serie sono ricostruiti con un certo dettaglio per mostrare l’evoluzione del grado di copertura e attendibilità delle stime dei primi 25 anni circa di contabilità nazionale e mettere in evidenza le caratteristiche degli schemi concettuali che erano alla base di quelle soluzioni statistiche. Si tratta dei procedimenti che hanno avuto una particolare rilevanza per l’elaborazione delle prime serie storiche secolari italiane: quella Istat degli anni Cinquanta e la versione profondamente rivista da O. Vitali sulla base dei criteri di stima introdotti nel 1965, le più usate dagli storici fino a metà anni Novanta. Vengono poi spiegate le principali differenze introdotte dal SEC nel sistema dei conti nazionali italiani, mostrandone le implicazioni in termini di valutazione delle principali grandezze macroeconomiche e vengono illustrati i criteri di compilazione delle serie storiche elaborate a partire dagli anni Ottanta dai diversi studiosi. Alcune tavole confrontano i tassi medi quinquennali composti di variazione desunti dalle serie retrospettive più utilizzate delle maggiori grandezze macroeconomiche. Richiamando l’attenzione sugli elementi che discontinuità fra le serie, sulle lacune e i limiti dei dati di basi l’A. intende sottolineare il margine di discrezionalità presente nelle serie disponibili e richiamare l’esigenza di maggior consapevolezza critica nel loro impiego.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.