Nel contributo sono state ricostruite le dinamiche dell’industria editoriale còrsa nella prima metà dell’Ottocento, vale a dire nel periodo in cui nell’isola il processo di francesizzazione conobbe una decisa accelerazione, portando alla sostituzione della lingua italiana con quella francese. In particolare è stata presa in esame la politica editoriale della principale Casa editrice dell’isola, quella dei fratelli Fabiani. Questi ultimi tentarono, in un primo momento, di stabilire accordi commerciali con alcuni librai toscani e di altri Stati italiani (in particolare con il fiorentino G.P. Vieusseux), salvo poi adottare un’altra strategia editoriale, vale a dire pubblicare per il mercato italiano i libri “proibiti” dalla censura dei vari Stati della Penisola, aggirando così il farraginoso meccanismo degli abbuoni sul prezzo di vendita ai librai e dello sconto delle cambiali con i quali questi saldavano le loro pendenze. Tale politica consentì alla fragile industria editoriale còrsa di sopravvivere in un frangente politico-culturale quanto mai delicato per l’isola, e di rafforzare la propria base finanziaria così come la struttura patrimoniale.
Mercato librario e intermediazione culturale nella Corsica dell'800. Considerazioni sul ruolo di Tommaseo, Viale e Vieusseux
CINI, MARCO
2006-01-01
Abstract
Nel contributo sono state ricostruite le dinamiche dell’industria editoriale còrsa nella prima metà dell’Ottocento, vale a dire nel periodo in cui nell’isola il processo di francesizzazione conobbe una decisa accelerazione, portando alla sostituzione della lingua italiana con quella francese. In particolare è stata presa in esame la politica editoriale della principale Casa editrice dell’isola, quella dei fratelli Fabiani. Questi ultimi tentarono, in un primo momento, di stabilire accordi commerciali con alcuni librai toscani e di altri Stati italiani (in particolare con il fiorentino G.P. Vieusseux), salvo poi adottare un’altra strategia editoriale, vale a dire pubblicare per il mercato italiano i libri “proibiti” dalla censura dei vari Stati della Penisola, aggirando così il farraginoso meccanismo degli abbuoni sul prezzo di vendita ai librai e dello sconto delle cambiali con i quali questi saldavano le loro pendenze. Tale politica consentì alla fragile industria editoriale còrsa di sopravvivere in un frangente politico-culturale quanto mai delicato per l’isola, e di rafforzare la propria base finanziaria così come la struttura patrimoniale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.