Nell’articolo si prende in esame il processo di istituzionalizzazione dell’insegnamento di Economia politica nel Granducato di Toscana. L’introduzione di tale disciplina nelle due università granducali avviene soltanto nel 1840, nell’ambito di una riforma del sistema universitario, e la cattedra viene affidata a due studiosi di secondo piano (Pietro Eliseo De Regny e Francesco Corbani). Tuttavia, fin dagli anni ’20 l’Accademia dei Georgofili porta avanti sistematicamente un’azione volta a supplire la carenza di insegnamenti economici istituzionalizzati, secondo un orientamento che privilegia l’affermazione del primato dell’ordine naturale e di una visione normativo-pedagogica della scienza economica. Già nel decennio successivo, però, tale visione viene messa sotto scacco da una concezione dell’economia politica intesa come ‘scienza delle ricchezze’ – da cui scaturisce, come corollario principale, la separazione della scienza stessa dalla legislazione e dalla morale – ma è dalla seconda metà degli anni ’40 che il paradigma difeso dai Georgofili entra in crisi. Su questa svolta influiscono molteplici fattori, fra cui il ricambio generazionale avvenuto all’Accademia, ma anche l’arrivo in Toscana di nuovi studiosi di scienze economiche, in particolare, Raffaele Busacca che innova il discorso sull’economia politica proprio dagli scranni dell’Accademia.

Per una storia istituzionale dell’economia politica in Toscana (1818-1859)

Cini M.
2020-01-01

Abstract

Nell’articolo si prende in esame il processo di istituzionalizzazione dell’insegnamento di Economia politica nel Granducato di Toscana. L’introduzione di tale disciplina nelle due università granducali avviene soltanto nel 1840, nell’ambito di una riforma del sistema universitario, e la cattedra viene affidata a due studiosi di secondo piano (Pietro Eliseo De Regny e Francesco Corbani). Tuttavia, fin dagli anni ’20 l’Accademia dei Georgofili porta avanti sistematicamente un’azione volta a supplire la carenza di insegnamenti economici istituzionalizzati, secondo un orientamento che privilegia l’affermazione del primato dell’ordine naturale e di una visione normativo-pedagogica della scienza economica. Già nel decennio successivo, però, tale visione viene messa sotto scacco da una concezione dell’economia politica intesa come ‘scienza delle ricchezze’ – da cui scaturisce, come corollario principale, la separazione della scienza stessa dalla legislazione e dalla morale – ma è dalla seconda metà degli anni ’40 che il paradigma difeso dai Georgofili entra in crisi. Su questa svolta influiscono molteplici fattori, fra cui il ricambio generazionale avvenuto all’Accademia, ma anche l’arrivo in Toscana di nuovi studiosi di scienze economiche, in particolare, Raffaele Busacca che innova il discorso sull’economia politica proprio dagli scranni dell’Accademia.
2020
Cini, M.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1078976
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