Il saggio prende in considerazione la tematica degli atti di disposizione del corpo umano, tentando di ricostruire la prospettiva con la quale gli autori del Diritto comune hanno guardato ad essa. Partendo dalla regola contenuta nel Digesto, secondo la quale Nemo est dominus membrorum suorum e dopo aver compiuto una puntuale indagine terminologica sul termine membrum, essi sono giunti a dichiarare l’invalidità di siffatti atti di disposizione. Ne esce una visione personalistica di tale problematica, che forse può offrire spunti di riflessione anche per il giurista odierno, pur nella diversità del contesto sociale e valoriale in cui egli si trova ad operare.

Nemo est dominus membrorum suorum. Una regula iuris per gli atti di disposizione del proprio corpo

Landi Andrea
2020-01-01

Abstract

Il saggio prende in considerazione la tematica degli atti di disposizione del corpo umano, tentando di ricostruire la prospettiva con la quale gli autori del Diritto comune hanno guardato ad essa. Partendo dalla regola contenuta nel Digesto, secondo la quale Nemo est dominus membrorum suorum e dopo aver compiuto una puntuale indagine terminologica sul termine membrum, essi sono giunti a dichiarare l’invalidità di siffatti atti di disposizione. Ne esce una visione personalistica di tale problematica, che forse può offrire spunti di riflessione anche per il giurista odierno, pur nella diversità del contesto sociale e valoriale in cui egli si trova ad operare.
2020
Landi, Andrea
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1083275
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