Nell’ambito dell’impresa di traduzione del teatro di Schiller, Andrea Maffei mostra esitazioni e riserve nella traduzione dei drammi in prosa, in particolare per quanto concerne i Räuber. Lo scarso spessore psicologico dei personaggi e gli eccessi della vicenda gli sembrano richiedere la versificazione, sia per attenuare gli effetti più stridenti, sia per risolvere il problema della scarsa profondità delle figure. Tuttavia la traduzione in versi non verrà mai compiuta. Due sono le tesi che il presente lavoro cerca di dimostrare: 1. Il libretto redatto da Maffei per Verdi– al di là della destinazione concreta –rappresenta un abbozzo di versificazione del dramma precedentemente tradotto in prosa; risultato cioè di un lavoro di miniaturizzazione compiuto sull’originale schilleriano e non di una riduzione a “scheletro”; 2. Questa peculiare impresa di rielaborazione di una traduzione si regge sì sulla compresenza, prevista implicitamente, di parola e musica, ma nel senso che la musica viene immaginata come il medium più adatto a stemperare gli eccessi verbali del testo e non certo, viceversa, a potenziarli (il fatto che poi la collaborazione con Verdi muti di segno questi aspetti – per cui in definitiva poco conta che cosa Maffei immaginasse – non rende meno legittimo di per sé il tentativo di ricostruire il progetto del letterato).
Una traduzione ottocentesca: 'I Masnadieri' dalla prosa al libretto
CERMELLI, GIOVANNA
2007-01-01
Abstract
Nell’ambito dell’impresa di traduzione del teatro di Schiller, Andrea Maffei mostra esitazioni e riserve nella traduzione dei drammi in prosa, in particolare per quanto concerne i Räuber. Lo scarso spessore psicologico dei personaggi e gli eccessi della vicenda gli sembrano richiedere la versificazione, sia per attenuare gli effetti più stridenti, sia per risolvere il problema della scarsa profondità delle figure. Tuttavia la traduzione in versi non verrà mai compiuta. Due sono le tesi che il presente lavoro cerca di dimostrare: 1. Il libretto redatto da Maffei per Verdi– al di là della destinazione concreta –rappresenta un abbozzo di versificazione del dramma precedentemente tradotto in prosa; risultato cioè di un lavoro di miniaturizzazione compiuto sull’originale schilleriano e non di una riduzione a “scheletro”; 2. Questa peculiare impresa di rielaborazione di una traduzione si regge sì sulla compresenza, prevista implicitamente, di parola e musica, ma nel senso che la musica viene immaginata come il medium più adatto a stemperare gli eccessi verbali del testo e non certo, viceversa, a potenziarli (il fatto che poi la collaborazione con Verdi muti di segno questi aspetti – per cui in definitiva poco conta che cosa Maffei immaginasse – non rende meno legittimo di per sé il tentativo di ricostruire il progetto del letterato).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.