L’articolo analizza i consumi di beni di lusso della famiglia Sardi, appartenente alla nobiltà lucchese, utilizzando, come caso di studio, la corrispondenza intercorsa tra Lorenzo Antonio, che era a capo del casato, e il figlio minore Cesare. Questi difatti, nel 1748, fu inviato ad Amsterdam, presso la società di commercio che i suoi avevano in quella città, affinché facesse pratica negli affari. Anche a questo scopo il padre lo impegnò sistematicamente nell’acquisto di merci destinate all’uso della famiglia. Si tratta di beni coloniali (cacao, spezie, thè, caffè e tabacco), porcellane, tessuti preziosi e complementi d’abbigliamento, libri d’argomento storico e politico, che raggiungevano Lucca via mare, passando per il porto di Livorno. Analizzando la documentazione è possibile mostrare come, attraverso l’acquisizione di quelle merci, i Sardi intendessero allinearsi, con tempismo e consapevolezza, agli orientamenti del gusto e alle pratiche distintive dell’aristocrazia europea, secondo un disegno mirato a rafforzare il ruolo che essi giocavano a Lucca. Questo produceva tuttavia un risultato ulteriore e decisivo. Garantiva l’integrazione della famiglia ad un modello sopranazionale di civilizzazione che, se trovava nell’aristocrazia il suo motore, costituiva un vettore essenziale per il configurarsi dell’idea stessa di Europa. È questa per l’appunto a passare attraverso l’afflusso continuo delle merci condotte, dal nord del continente, a Livorno.

Da Amsterdam a Lucca per la via di Livorno. Note sui consumi della famiglia Sardi alla metà del Settecento

Alberto Ambrosini
2020-01-01

Abstract

L’articolo analizza i consumi di beni di lusso della famiglia Sardi, appartenente alla nobiltà lucchese, utilizzando, come caso di studio, la corrispondenza intercorsa tra Lorenzo Antonio, che era a capo del casato, e il figlio minore Cesare. Questi difatti, nel 1748, fu inviato ad Amsterdam, presso la società di commercio che i suoi avevano in quella città, affinché facesse pratica negli affari. Anche a questo scopo il padre lo impegnò sistematicamente nell’acquisto di merci destinate all’uso della famiglia. Si tratta di beni coloniali (cacao, spezie, thè, caffè e tabacco), porcellane, tessuti preziosi e complementi d’abbigliamento, libri d’argomento storico e politico, che raggiungevano Lucca via mare, passando per il porto di Livorno. Analizzando la documentazione è possibile mostrare come, attraverso l’acquisizione di quelle merci, i Sardi intendessero allinearsi, con tempismo e consapevolezza, agli orientamenti del gusto e alle pratiche distintive dell’aristocrazia europea, secondo un disegno mirato a rafforzare il ruolo che essi giocavano a Lucca. Questo produceva tuttavia un risultato ulteriore e decisivo. Garantiva l’integrazione della famiglia ad un modello sopranazionale di civilizzazione che, se trovava nell’aristocrazia il suo motore, costituiva un vettore essenziale per il configurarsi dell’idea stessa di Europa. È questa per l’appunto a passare attraverso l’afflusso continuo delle merci condotte, dal nord del continente, a Livorno.
2020
Ambrosini, Alberto
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1092578
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