Il saggio ripercorre l'evoluzione più recente della categoria dei reati di opinione. Dopo averne richiamato l'origine storica e politica nel campo dei delitti politici, si evidenziano le linee di progressiva riduzione applicativa (tracciate dalla giurisprudenza) che l'ambito di operatività di quella categoria di fattispecie ha registrato nel settore politico con l'ingresso della Costituzione repubblicana, Parallelamente, tali schemi di reato hanno conosciuto nuova vitalità negli ambiti di tutela di interessi personali. Al riguardo si segnalano, in particolare, le fattispecie a contrasto delle condotte di discriminazione manifestate in ragione della appartenenza politica, religiosa o etnico-razziale delle vittime e quelle altre condotte consistenti in espressioni negazionistie: tutte suscitano discussioni in ordine alla legittimità della loro configurazione ed estensione al cospetto delle garanzie costituzionali. Sullo sfondo si affaccia la prospettiva dell'inserimento di ulteriori nuove previsioni di reato, volte a tutelare le identità di genere nei confronti degli altrui atteggiamenti discriminatori. Il saggio ripercorre criticamente le argomentazioni a sostegno degli indirizzi che, nel bilanciamento fra le ragioni della dignità individuale e quelle della libertà di espressione, non escludono - pur con le opportune cautele - di ricorrere a simili schemi di incriminazione.
Cattivi pensieri e diritto penale. La catarsi dei reati di opinioni discriminatrici di identità individuali socio-definite
domenico notaro
2020-01-01
Abstract
Il saggio ripercorre l'evoluzione più recente della categoria dei reati di opinione. Dopo averne richiamato l'origine storica e politica nel campo dei delitti politici, si evidenziano le linee di progressiva riduzione applicativa (tracciate dalla giurisprudenza) che l'ambito di operatività di quella categoria di fattispecie ha registrato nel settore politico con l'ingresso della Costituzione repubblicana, Parallelamente, tali schemi di reato hanno conosciuto nuova vitalità negli ambiti di tutela di interessi personali. Al riguardo si segnalano, in particolare, le fattispecie a contrasto delle condotte di discriminazione manifestate in ragione della appartenenza politica, religiosa o etnico-razziale delle vittime e quelle altre condotte consistenti in espressioni negazionistie: tutte suscitano discussioni in ordine alla legittimità della loro configurazione ed estensione al cospetto delle garanzie costituzionali. Sullo sfondo si affaccia la prospettiva dell'inserimento di ulteriori nuove previsioni di reato, volte a tutelare le identità di genere nei confronti degli altrui atteggiamenti discriminatori. Il saggio ripercorre criticamente le argomentazioni a sostegno degli indirizzi che, nel bilanciamento fra le ragioni della dignità individuale e quelle della libertà di espressione, non escludono - pur con le opportune cautele - di ricorrere a simili schemi di incriminazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.