Se si pensa al complesso delle relazioni tra pensiero tecnico e cultu- ra del progetto nella seconda metà del xx secolo, il contributo di Reyner Banham, storico e critico dell’architettura inglese, non può che essere rite- nuto pionieristico. Banham aveva profeticamente intravisto nell’universo tecnologico un territorio ampio e pieno di possibilità, un territorio che non si limitava all’applicazione di tecniche costruttive o all’uso domestico di brevetti e nuove scoperte scientifiche, ma che spaziava invece dall’infor- matica alle comunicazioni, dall’ingegneria alla difesa e che arrivava fino alle implicazioni tra tecnologia e arte, politica e mercato. Tuttavia Reyner Banham non ha mai inteso la tecnologia come un possibile strumento di potere, né come una disciplina in grado di definire apparati di controllo o politiche tecnocratiche. Lo “storico dell’età della macchina” non diede mai una lettura politica o ideologica del sapere tecnologico ma pose la tec- nologia a servizio delle attività umane, intendendola come un insieme di dispositivi o interfacce capace di creare sinergie tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda, un ambiente che non è necessariamente fatto di muri e confini.

Banham’s columns. Percorsi trasversali di uno storico non allineato. Reyner Banham (1922-88)

Lina Malfona
2021-01-01

Abstract

Se si pensa al complesso delle relazioni tra pensiero tecnico e cultu- ra del progetto nella seconda metà del xx secolo, il contributo di Reyner Banham, storico e critico dell’architettura inglese, non può che essere rite- nuto pionieristico. Banham aveva profeticamente intravisto nell’universo tecnologico un territorio ampio e pieno di possibilità, un territorio che non si limitava all’applicazione di tecniche costruttive o all’uso domestico di brevetti e nuove scoperte scientifiche, ma che spaziava invece dall’infor- matica alle comunicazioni, dall’ingegneria alla difesa e che arrivava fino alle implicazioni tra tecnologia e arte, politica e mercato. Tuttavia Reyner Banham non ha mai inteso la tecnologia come un possibile strumento di potere, né come una disciplina in grado di definire apparati di controllo o politiche tecnocratiche. Lo “storico dell’età della macchina” non diede mai una lettura politica o ideologica del sapere tecnologico ma pose la tec- nologia a servizio delle attività umane, intendendola come un insieme di dispositivi o interfacce capace di creare sinergie tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda, un ambiente che non è necessariamente fatto di muri e confini.
2021
Malfona, Lina
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1098870
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