Il personaggio controverso di Thomas Chatterton (1752-1770), giovane artista morto suicida, generalmente celebrato come ‘Marvellous Boy’ e ‘Wunderkind’, ma anche additato come falsificatore di un corpus di testi quattrocenteschi (letterari e documentari) attribuiti al monaco poetante Thomas Rowley, viene qui analizzato alla luce del suo rapporto viscerale e conflittuale con Bristol, la sua città natale, e Londra, da lui idealisticamente dipinta alla stregua di un terreno straordinario di possibilità offerte al letterato freelance, dotato del talento, dell’energia e del pragmatismo necessari per raggiungere il successo. In realtà, come suggerisce il titolo del saggio, la dicotomia tra una vituperata Bristol e una Londra mistificata non è sempre così netta. Da un lato, se si tengono in considerazione i testi rowleiani, la Bristol medievale si configura addirittura come esempio illuminato di civitas, di una comunità rappresentata da un’élite di intellettuali e uomini di fede legati da rapporti di stima, amicizia e rispetto. William Canynge, il sindaco (storico) di Bristol, generoso e amante della cultura, assurge ad ipostasi di questo ethos filantropico, in contrasto con una capitale (la metropoli londinese) che è invece più soggetta a subire gli assalti della corruzione. Nelle opere settecentesche di Chatterton, compresa la corrispondenza epistolare relativa al suo breve soggiorno londinese (aprile-novembre 1770), una Londra progressista e vitale finisce al contrario per sovrapporsi a una Bristol provinciale, retrograda e meschina. Attraverso un’analisi degli scritti chattertoniani e inevitabili riferimenti agli studi (biografici e pscanalitici) concernenti la personalità scissa e narcisistica di questo autore e le sue varie confabulazioni, si dimostra come i due ‘cityscapes’ oscillino nel suo immaginario tra il polo dell’utopia e quello della distopia, a conferma di un disagio interiore e del bisogno prevaricante di rifuggire dal principio di realtà.
"A Moulding Cradle or a Stifling Garret? Bristol and London in Thomas Chatterton's Imagination"
GIOVANNELLI, LAURA
2007-01-01
Abstract
Il personaggio controverso di Thomas Chatterton (1752-1770), giovane artista morto suicida, generalmente celebrato come ‘Marvellous Boy’ e ‘Wunderkind’, ma anche additato come falsificatore di un corpus di testi quattrocenteschi (letterari e documentari) attribuiti al monaco poetante Thomas Rowley, viene qui analizzato alla luce del suo rapporto viscerale e conflittuale con Bristol, la sua città natale, e Londra, da lui idealisticamente dipinta alla stregua di un terreno straordinario di possibilità offerte al letterato freelance, dotato del talento, dell’energia e del pragmatismo necessari per raggiungere il successo. In realtà, come suggerisce il titolo del saggio, la dicotomia tra una vituperata Bristol e una Londra mistificata non è sempre così netta. Da un lato, se si tengono in considerazione i testi rowleiani, la Bristol medievale si configura addirittura come esempio illuminato di civitas, di una comunità rappresentata da un’élite di intellettuali e uomini di fede legati da rapporti di stima, amicizia e rispetto. William Canynge, il sindaco (storico) di Bristol, generoso e amante della cultura, assurge ad ipostasi di questo ethos filantropico, in contrasto con una capitale (la metropoli londinese) che è invece più soggetta a subire gli assalti della corruzione. Nelle opere settecentesche di Chatterton, compresa la corrispondenza epistolare relativa al suo breve soggiorno londinese (aprile-novembre 1770), una Londra progressista e vitale finisce al contrario per sovrapporsi a una Bristol provinciale, retrograda e meschina. Attraverso un’analisi degli scritti chattertoniani e inevitabili riferimenti agli studi (biografici e pscanalitici) concernenti la personalità scissa e narcisistica di questo autore e le sue varie confabulazioni, si dimostra come i due ‘cityscapes’ oscillino nel suo immaginario tra il polo dell’utopia e quello della distopia, a conferma di un disagio interiore e del bisogno prevaricante di rifuggire dal principio di realtà.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.