La progressiva diffusione di Aedes albopictus (Skuse) (Diptera Culicidae) sul territorio italiano ed i conseguenti problemi arrecati alla popolazione hanno stimolato un crescente interesse per la specie e rese necessarie periodiche misure di contenimento. Tuttavia, le notizie sulla biologia dell’insetto, attualmente reperibili in bibliografia, per quanto numerose risultano spesso lacunose e riferibili ad areali di distribuzione diversi dal nostro. Questo ci ha indotto a studiare sia in laboratorio che in natura alcuni aspetti biologici delle popolazioni stabilitesi sul nostro territorio. Qui riferiamo, in particolare, di prove di laboratorio volte a saggiare l’influenza di fattori abiotici quali temperatura, umidità e fotoperiodo sulla schiusura delle uova. Le uova, deposte da meno di 24 ore, sono state raccolte su stecche di masonite per mezzo di ovitrappole e sono state mantenute a fotoperiodo naturale. Una parte è stata tenuta nelle stesse condizioni di deposizione, cioè a livello dell’acqua mentre le rimanenti sono invece state tenute a secco (umidità relativa dell’aria del 60% circa) per intervalli più o meno prolungati. I dati raccolti hanno permesso di stabilire che alla temperatura media variabile di 23.5 ± 1.8°C le uova deposte in giugno-luglio e mantenute a livello dell’acqua schiudono massicciamente (70%) dopo aver completato lo sviluppo embrionale nell’arco di 5.6 ± 1.3 giorni. Le prove hanno anche evidenziato che la durata del primo stadio larvale è pari a 1.9 ± 0.7 giorni, quella del secondo a 1.6 ± 0.8, quella del terzo a 1.6 ± 0.8, quella del quarto a 2.1 ± 1 e quella pupale a 3.5 ± 1 giorni. Le uova di giugno-luglio, invece, tenute a secco per 50-60 giorni schiudono scalarmente al massimo nell’arco di 20 giorni dopo il ripristino del livello dell’acqua, raggiungendo mediamente il 25% di schiusura. Delle uova deposte in settembre-ottobre e mantenute a livello dell’acqua e a una temperatura media variabile di 20 ± 2°C, solo una piccola percentuale schiude entro novembre. Le altre, con una mortalità tuttavia elevata, schiudono invece in modo scalare fino all’aprile successivo, evidenziando quindi una sensibilità della popolazione all’induzione fotoperiodica. Le uova di settembre-ottobre, invece, mantenute a secco per periodi variabili fino ai 160 giorni, schiudono scalarmente, una volta ripristinato il livello dell’acqua, dal gennaio fino all’aprile successivo. Tali risultati confermano quanto già riportato in bibliografia e supportano la tesi che le popolazioni stabilitesi in Italia siano originarie di zone a clima stagionale temperato dell’Asia settentrionale.

Aedes albopictus (Skuse): induzione fotoperiodica e resistenza delle uova al disseccamento

CONTI, BARBARA
Primo
;
RASPI, ALFIO
Ultimo
2007-01-01

Abstract

La progressiva diffusione di Aedes albopictus (Skuse) (Diptera Culicidae) sul territorio italiano ed i conseguenti problemi arrecati alla popolazione hanno stimolato un crescente interesse per la specie e rese necessarie periodiche misure di contenimento. Tuttavia, le notizie sulla biologia dell’insetto, attualmente reperibili in bibliografia, per quanto numerose risultano spesso lacunose e riferibili ad areali di distribuzione diversi dal nostro. Questo ci ha indotto a studiare sia in laboratorio che in natura alcuni aspetti biologici delle popolazioni stabilitesi sul nostro territorio. Qui riferiamo, in particolare, di prove di laboratorio volte a saggiare l’influenza di fattori abiotici quali temperatura, umidità e fotoperiodo sulla schiusura delle uova. Le uova, deposte da meno di 24 ore, sono state raccolte su stecche di masonite per mezzo di ovitrappole e sono state mantenute a fotoperiodo naturale. Una parte è stata tenuta nelle stesse condizioni di deposizione, cioè a livello dell’acqua mentre le rimanenti sono invece state tenute a secco (umidità relativa dell’aria del 60% circa) per intervalli più o meno prolungati. I dati raccolti hanno permesso di stabilire che alla temperatura media variabile di 23.5 ± 1.8°C le uova deposte in giugno-luglio e mantenute a livello dell’acqua schiudono massicciamente (70%) dopo aver completato lo sviluppo embrionale nell’arco di 5.6 ± 1.3 giorni. Le prove hanno anche evidenziato che la durata del primo stadio larvale è pari a 1.9 ± 0.7 giorni, quella del secondo a 1.6 ± 0.8, quella del terzo a 1.6 ± 0.8, quella del quarto a 2.1 ± 1 e quella pupale a 3.5 ± 1 giorni. Le uova di giugno-luglio, invece, tenute a secco per 50-60 giorni schiudono scalarmente al massimo nell’arco di 20 giorni dopo il ripristino del livello dell’acqua, raggiungendo mediamente il 25% di schiusura. Delle uova deposte in settembre-ottobre e mantenute a livello dell’acqua e a una temperatura media variabile di 20 ± 2°C, solo una piccola percentuale schiude entro novembre. Le altre, con una mortalità tuttavia elevata, schiudono invece in modo scalare fino all’aprile successivo, evidenziando quindi una sensibilità della popolazione all’induzione fotoperiodica. Le uova di settembre-ottobre, invece, mantenute a secco per periodi variabili fino ai 160 giorni, schiudono scalarmente, una volta ripristinato il livello dell’acqua, dal gennaio fino all’aprile successivo. Tali risultati confermano quanto già riportato in bibliografia e supportano la tesi che le popolazioni stabilitesi in Italia siano originarie di zone a clima stagionale temperato dell’Asia settentrionale.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/111013
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact