Come esseri viventi abbiamo dei vincoli alle nostre azioni. Inoltre, le nostre azioni hanno inevitabilmente riflessi su ciò che circonda, inclusi altri esseri umani. Nel corso del tempo, il genere umano ha cercato di superare i vincoli imposti dalla natura, tramite la cooperazione (il "noi"), lo scambio ("gli altri") e lo sviluppo tecnologico. Quest'ultimo - consentendo la disponibilità di abbondante energia - ha consentito di ridurre la necessità di legami cooperativi, lasciando al singolo lo spazio per emergere come individuo. Il superamento nei paesi ricchi, di molti problemi che hanno afflitto l'umanità, ha ingenerato una hubris prometeica - la convinzione che il progresso tecnologico possa risolvere ogni problema. Come evidenziato anche in psicologia e sociologia, tendiamo, da un lato, a metter da parte gli aspetti sgradevoli, dall’altro, a vedere la realtà aggiustandola rispetto alle nostre convinzioni. Finiamo così per avere un cronico ritardo nell'azione, con la conseguenza che la prevenzione cede il passo agli interventi emergenziali. A livello individuale si tende a negare e a raccogliere informazioni da chi la pensa come noi (confirmation bias). A livello collettivo si fraintende il funzionamento della scienza e della “prova” scientifica. Come esito sono occorsi decenni per riconoscere, ad esempio, gli effetti dannosi del fumo di sigaretta, o l’esistenza dei cambiamenti climatici e la loro origine antropica, e ora abbiamo esitato a prendere le azioni necessarie per contrastare in modo efficace la pandemia. Questa ha messo a nudo i fallimenti del nostro immaginario collettivo: abituati ad avere enormi potenzialità di azione, e distaccati dalla nostra materialità di esseri viventi, ci siamo trovati smarriti di fronte ai limiti imposti dalla pandemia. Speriamo che almeno sia servita a ricordarci che la libertà che fonda le nostre democrazie è un concetto relazionale, centrato sulla società nel suo complesso e non su un "io" slegato dagli "altri".

Io, noi, gli altri: illusioni e pandemia

luzzati
2021-01-01

Abstract

Come esseri viventi abbiamo dei vincoli alle nostre azioni. Inoltre, le nostre azioni hanno inevitabilmente riflessi su ciò che circonda, inclusi altri esseri umani. Nel corso del tempo, il genere umano ha cercato di superare i vincoli imposti dalla natura, tramite la cooperazione (il "noi"), lo scambio ("gli altri") e lo sviluppo tecnologico. Quest'ultimo - consentendo la disponibilità di abbondante energia - ha consentito di ridurre la necessità di legami cooperativi, lasciando al singolo lo spazio per emergere come individuo. Il superamento nei paesi ricchi, di molti problemi che hanno afflitto l'umanità, ha ingenerato una hubris prometeica - la convinzione che il progresso tecnologico possa risolvere ogni problema. Come evidenziato anche in psicologia e sociologia, tendiamo, da un lato, a metter da parte gli aspetti sgradevoli, dall’altro, a vedere la realtà aggiustandola rispetto alle nostre convinzioni. Finiamo così per avere un cronico ritardo nell'azione, con la conseguenza che la prevenzione cede il passo agli interventi emergenziali. A livello individuale si tende a negare e a raccogliere informazioni da chi la pensa come noi (confirmation bias). A livello collettivo si fraintende il funzionamento della scienza e della “prova” scientifica. Come esito sono occorsi decenni per riconoscere, ad esempio, gli effetti dannosi del fumo di sigaretta, o l’esistenza dei cambiamenti climatici e la loro origine antropica, e ora abbiamo esitato a prendere le azioni necessarie per contrastare in modo efficace la pandemia. Questa ha messo a nudo i fallimenti del nostro immaginario collettivo: abituati ad avere enormi potenzialità di azione, e distaccati dalla nostra materialità di esseri viventi, ci siamo trovati smarriti di fronte ai limiti imposti dalla pandemia. Speriamo che almeno sia servita a ricordarci che la libertà che fonda le nostre democrazie è un concetto relazionale, centrato sulla società nel suo complesso e non su un "io" slegato dagli "altri".
2021
Luzzati, Tommaso
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1110438
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