L’impiego di sigilli propri costituisce una tappa importante nella storia della città di Pisa segnandone la raggiunta autonomia. Esso è attestato per la prima volta in un testo del trattato del 17 aprile 1149 tra il comune toscano e Genova. L’esistenza di almeno un accordo tra le due città nel decennio precedente fa presumere che la cancelleria pisana disponesse già prima di un sigillo proprio, anche se non ne sono note le caratteristiche. L’assenza di sconvolgimenti istituzionali nel XII secolo e la funzione di elemento di identificazione dei sigilli fanno pensare che quest’ultimo fosse simile agli esemplari noti e più recenti. Secondo la descrizione seicentesca dell’Ughelli di un documento pisano del 1160/1 il sigillo del comune toscano recava una Madonna con Bambino su un lato e un’aquila sull’altro. Tale repertorio iconografico si riscontra anche nel sigillo di un documento del 1174 tuttora conservato. L’immagine della Vergine si rifà a modelli bizantini e costituisce un richiamo al duomo cittadino dedicato a Santa Maria Assunta. Nessun parallelo sembra avere invece l’aquila raffigurata su di un capitello con motivi fitomorfi. Questa fu ritenuta dagli studiosi un riferimento alla dinastia degli Hohenstaufen. Fu infatti il Barbarossa nel 1155 a conferire a Pisa il diritto di zecca. La sua singolarità a livello iconografico porta però le autrici ad escludere tale ipotesi. L’aquila costituisce piuttosto un’elaborazione originale di un motivo araldico diffuso. Il capitello sul quale poggia suggerisce un richiamo all’antichità e con ogni probabilità a Roma.

Dove osano le aquile. I sigilli del Comune di Pisa tra Bisanzio, Roma e gli Svevi (XII-XIII secolo)

Enrica Salvatori
2021-01-01

Abstract

L’impiego di sigilli propri costituisce una tappa importante nella storia della città di Pisa segnandone la raggiunta autonomia. Esso è attestato per la prima volta in un testo del trattato del 17 aprile 1149 tra il comune toscano e Genova. L’esistenza di almeno un accordo tra le due città nel decennio precedente fa presumere che la cancelleria pisana disponesse già prima di un sigillo proprio, anche se non ne sono note le caratteristiche. L’assenza di sconvolgimenti istituzionali nel XII secolo e la funzione di elemento di identificazione dei sigilli fanno pensare che quest’ultimo fosse simile agli esemplari noti e più recenti. Secondo la descrizione seicentesca dell’Ughelli di un documento pisano del 1160/1 il sigillo del comune toscano recava una Madonna con Bambino su un lato e un’aquila sull’altro. Tale repertorio iconografico si riscontra anche nel sigillo di un documento del 1174 tuttora conservato. L’immagine della Vergine si rifà a modelli bizantini e costituisce un richiamo al duomo cittadino dedicato a Santa Maria Assunta. Nessun parallelo sembra avere invece l’aquila raffigurata su di un capitello con motivi fitomorfi. Questa fu ritenuta dagli studiosi un riferimento alla dinastia degli Hohenstaufen. Fu infatti il Barbarossa nel 1155 a conferire a Pisa il diritto di zecca. La sua singolarità a livello iconografico porta però le autrici ad escludere tale ipotesi. L’aquila costituisce piuttosto un’elaborazione originale di un motivo araldico diffuso. Il capitello sul quale poggia suggerisce un richiamo all’antichità e con ogni probabilità a Roma.
2021
Baldassarri, Monica; Salvatori, Enrica
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
00 baldassarri-salvatori_CORR_LAST.pdf

solo utenti autorizzati

Descrizione: ultima bozza pre stampa
Tipologia: Versione finale editoriale
Licenza: NON PUBBLICO - accesso privato/ristretto
Dimensione 3.59 MB
Formato Adobe PDF
3.59 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1115552
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact