Per governance si intende, in senso stretto, l’insieme di princìpi, regole e pratiche attraverso le quali viene gestita un’organizzazione o un ambito d’azione. Più in generale, riferendoci agli affari pubblici e alle relazioni tra istituzioni, imprese e società civile, il termine è entrato nell’uso in contrapposizione alla nozione tradizionale di governo, per indicare l’emersione di relazioni “orizzontali” o “di rete”, dove cioè a gerarchia e comando si sostituisce una certa intercambiabilità dei ruoli tra gli attori, nel riconoscimento della necessità di dialogo, condivisione e negoziazione ai fini della gestione efficace di una problematica (Kooiman 2003). Parlare di governance del rischio significa, a sua volta, chiedersi se e come possibili eventi futuri dagli effetti indesiderati possono essere gestiti in modo anticipato, così da ridurre l’eventualità del verificarsi dei primi o l’entità dei secondi. Assumono rilievo, a questo riguardo, la prevedibilità di eventi e conseguenze, l’entità di queste ultime, i margini di azione disponibili e le relazioni tra gli attori in campo. Per fornire un quadro sintetico della questione e della sua evoluzione inizio articolando le nozioni, strettamente legate ma distinte, di rischio, hazard e pericolo. Considero poi gli aspetti psicologici e culturali della configurazione dei rischi e la rilevanza, ai fini della governance, della collocazione degli attori e la conseguente capacità di agire di cui sono dotati. A questo tema si connette la questione, spesso trascurata, del rapporto tra rischi e benefici, della loro distribuzione e delle responsabilità connesse. Mi soffermo infine sulla crescente rilevanza della non calcolabilità dei rischi e sulle risposte di governance salite alla ribalta per farvi fronte.
La governance del rischio
Pellizzoni L.
2021-01-01
Abstract
Per governance si intende, in senso stretto, l’insieme di princìpi, regole e pratiche attraverso le quali viene gestita un’organizzazione o un ambito d’azione. Più in generale, riferendoci agli affari pubblici e alle relazioni tra istituzioni, imprese e società civile, il termine è entrato nell’uso in contrapposizione alla nozione tradizionale di governo, per indicare l’emersione di relazioni “orizzontali” o “di rete”, dove cioè a gerarchia e comando si sostituisce una certa intercambiabilità dei ruoli tra gli attori, nel riconoscimento della necessità di dialogo, condivisione e negoziazione ai fini della gestione efficace di una problematica (Kooiman 2003). Parlare di governance del rischio significa, a sua volta, chiedersi se e come possibili eventi futuri dagli effetti indesiderati possono essere gestiti in modo anticipato, così da ridurre l’eventualità del verificarsi dei primi o l’entità dei secondi. Assumono rilievo, a questo riguardo, la prevedibilità di eventi e conseguenze, l’entità di queste ultime, i margini di azione disponibili e le relazioni tra gli attori in campo. Per fornire un quadro sintetico della questione e della sua evoluzione inizio articolando le nozioni, strettamente legate ma distinte, di rischio, hazard e pericolo. Considero poi gli aspetti psicologici e culturali della configurazione dei rischi e la rilevanza, ai fini della governance, della collocazione degli attori e la conseguente capacità di agire di cui sono dotati. A questo tema si connette la questione, spesso trascurata, del rapporto tra rischi e benefici, della loro distribuzione e delle responsabilità connesse. Mi soffermo infine sulla crescente rilevanza della non calcolabilità dei rischi e sulle risposte di governance salite alla ribalta per farvi fronte.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.