Il contributo – costruito sulla base dell’elenco completo degli iscritti alla Scuola di Scienze corporative dell’Università di Pisa (istituita nel 1928), del corso di Scienze politico-corporative attivato nel 1932 presso la Facoltà di Giurisprudenza e del Collegio “Mussolini” – analizza sia l’evoluzione degli ordinamenti scientifico-didattici della Scuola, sia la composizione degli iscritti e dei diplomati, osservando il loro percorso professionale durante il periodo fascista e negli anni successivi, in particolar modo per quanto concerne al loro partecipazione alle istituzioni politiche del regime e dell’Italia repubblicana. Le attività della Scuola di Scienze corporative, almeno fino al 1935, furono esplicitamente finalizzate alla elaborazione teorica del corporativismo fascista. A tal riguardo, è stato preso in esame, in particolare, il contributo dato dai docenti di discipline economiche (Ugo Spirito, Filippo Carli, Federico Pacces) alla definizione dello statuto teorico del corporativismo. L’istituzione creata da Giuseppe Bottai giunse all’apice del suo sviluppo alla metà degli anni ’30, periodo durante il quale si registra il numero più elevato di iscritti e di diplomati; negli anni successivi, con la direzione del giurista Widar Cesarini Sforza, si provvide a una riorganizzazione degli ordinamenti e alla ridefinizione degli indirizzi scientifici (con una sottrazione di centralità agli insegnamenti economici). Nella seconda metà del decennio ha inizio una fase di declino della Scuola e di sistematica riduzione degli iscritti; in misura analoga, si riduce progressivamente l’attenzione verso le teorie corporative, salvo una ripresa effimera nei primi anni Quaranta, quando la direzione della Scuola fu assunta da Carlo Alberto Biggini.
La Scuola di Scienze corporative di Pisa e la formazione della classe dirigente fascista
Cini M.
2021-01-01
Abstract
Il contributo – costruito sulla base dell’elenco completo degli iscritti alla Scuola di Scienze corporative dell’Università di Pisa (istituita nel 1928), del corso di Scienze politico-corporative attivato nel 1932 presso la Facoltà di Giurisprudenza e del Collegio “Mussolini” – analizza sia l’evoluzione degli ordinamenti scientifico-didattici della Scuola, sia la composizione degli iscritti e dei diplomati, osservando il loro percorso professionale durante il periodo fascista e negli anni successivi, in particolar modo per quanto concerne al loro partecipazione alle istituzioni politiche del regime e dell’Italia repubblicana. Le attività della Scuola di Scienze corporative, almeno fino al 1935, furono esplicitamente finalizzate alla elaborazione teorica del corporativismo fascista. A tal riguardo, è stato preso in esame, in particolare, il contributo dato dai docenti di discipline economiche (Ugo Spirito, Filippo Carli, Federico Pacces) alla definizione dello statuto teorico del corporativismo. L’istituzione creata da Giuseppe Bottai giunse all’apice del suo sviluppo alla metà degli anni ’30, periodo durante il quale si registra il numero più elevato di iscritti e di diplomati; negli anni successivi, con la direzione del giurista Widar Cesarini Sforza, si provvide a una riorganizzazione degli ordinamenti e alla ridefinizione degli indirizzi scientifici (con una sottrazione di centralità agli insegnamenti economici). Nella seconda metà del decennio ha inizio una fase di declino della Scuola e di sistematica riduzione degli iscritti; in misura analoga, si riduce progressivamente l’attenzione verso le teorie corporative, salvo una ripresa effimera nei primi anni Quaranta, quando la direzione della Scuola fu assunta da Carlo Alberto Biggini.File | Dimensione | Formato | |
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