Ciò che De Martino ci mostra, in "La fine del mondo", elemento che resiste integro nella nostra contemporaneità, è che l’impresa antropologica è un’impresa che necessita di rifuggire da dogmatismi e parole d’ordine, dalle mode concettuali e da modelli troppo rigidi, aprioristici, preconfezionati. Come il suo ultimo testo, l’impresa antropologica è un cantiere aperto, una ricerca in di-venire, che, però, tiene fermo il suo punto di partenza e di arrivo: l’uomo, la sua storia, il suo destino.
Apocalisse e storia. Fondazione trascendentale dell’umano
luigigiovanni quarta
2021-01-01
Abstract
Ciò che De Martino ci mostra, in "La fine del mondo", elemento che resiste integro nella nostra contemporaneità, è che l’impresa antropologica è un’impresa che necessita di rifuggire da dogmatismi e parole d’ordine, dalle mode concettuali e da modelli troppo rigidi, aprioristici, preconfezionati. Come il suo ultimo testo, l’impresa antropologica è un cantiere aperto, una ricerca in di-venire, che, però, tiene fermo il suo punto di partenza e di arrivo: l’uomo, la sua storia, il suo destino.File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.