Affrontando il tema della mancata (o in ogni caso inadeguata) punizione dei crimini di guerra commessi in Italia dall'esercito tedesco, Pezzino sposta l'asse del ragionamento dal contesto della guerra fredda - di solito richiamato per spiegare l'oblio ben presto steso su crimini atroci - alla matrice culturale condivisa nel secondo conflitto mondiale, che separava nettamente i combattenti in divisa da quelli irregolari, giustificando in qualche modo l'utilizzazione di mezzi drastici nella lotta contro questi ultimi. Basato su un ampio ventaglio di fonti da archivi italiani e esteri, il saggio ricostruisce l'immagine del partigiano elaborata dai Tedeschi, ma spesso condivisa dagli Alleati, e le insufficienze del diritto internazionale nell'elaborare una linea di ferma condanna delle cosiddette rappresaglie (spesso nient'altro che operazioni di terrorismo nei confronti di civili inermi, non provocate da specifiche azioni partigiane). A conclusiono, si prendono in esame due importanti sentenze di Tribunali militari italiani nel dopoguerra (quelle contro Kappler e Reder), per evidenziare le contraddizioni vigenti nel diritto militare.
Occupazione tedesca in Italia. Occupanti, combattenti irregolari e le contraddizioni del diritto internazionale
PEZZINO, PAOLO
2007-01-01
Abstract
Affrontando il tema della mancata (o in ogni caso inadeguata) punizione dei crimini di guerra commessi in Italia dall'esercito tedesco, Pezzino sposta l'asse del ragionamento dal contesto della guerra fredda - di solito richiamato per spiegare l'oblio ben presto steso su crimini atroci - alla matrice culturale condivisa nel secondo conflitto mondiale, che separava nettamente i combattenti in divisa da quelli irregolari, giustificando in qualche modo l'utilizzazione di mezzi drastici nella lotta contro questi ultimi. Basato su un ampio ventaglio di fonti da archivi italiani e esteri, il saggio ricostruisce l'immagine del partigiano elaborata dai Tedeschi, ma spesso condivisa dagli Alleati, e le insufficienze del diritto internazionale nell'elaborare una linea di ferma condanna delle cosiddette rappresaglie (spesso nient'altro che operazioni di terrorismo nei confronti di civili inermi, non provocate da specifiche azioni partigiane). A conclusiono, si prendono in esame due importanti sentenze di Tribunali militari italiani nel dopoguerra (quelle contro Kappler e Reder), per evidenziare le contraddizioni vigenti nel diritto militare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.