Il saggio affronta la decostruzione del «Grande Codice» operata da Roger Caillois nel breve racconto, collocato in apertura della sezione Fictives di Cases d’un échiquier che unisce elementi di sapore «aggadico» ad elementi voltairiani, incentrato com’’è sulla crisi interiore vissuta dal protagonista della salvezza delle stirpi umane ed animali, il decimo e ultimo patriarca antediluviano Noè. Per quanto innegabilmente «aggadico» nell’utilizzazione sistematica delle lacune del testo biblico, il racconto cailloisiano non mira a perpetuare il mito di colui che, dopo Adamo, la Bibbia ci invita a considerare come il secondo padre dell’intera umanità. Il suo patriarca finisce anzi con il vivere la provvidenziale vicenda della salvezza, riservata a lui e alla sua famiglia, nonché alla rappresentanza minima indispensabile del mondo animale, come una vicenda logicamente ingiustificabile, abietta, frutto di un’insipienza inconcepibile per un dio onnisciente, un dramma a tal punto ignobile da indurre, lui lo scampato, ad invidiare la sorte dei sommersi e a provocare, con il suo comportamento da quel momento deliberatamente scandaloso, Jehova (o Chiunque fosse) a non procrastinare ulteriormente una fine sempre più agognata.
La vertigine del patriarca. Annotazioni al margine del «Noè» cailloisiano
CAVALLO, TOMASO
2007-01-01
Abstract
Il saggio affronta la decostruzione del «Grande Codice» operata da Roger Caillois nel breve racconto, collocato in apertura della sezione Fictives di Cases d’un échiquier che unisce elementi di sapore «aggadico» ad elementi voltairiani, incentrato com’’è sulla crisi interiore vissuta dal protagonista della salvezza delle stirpi umane ed animali, il decimo e ultimo patriarca antediluviano Noè. Per quanto innegabilmente «aggadico» nell’utilizzazione sistematica delle lacune del testo biblico, il racconto cailloisiano non mira a perpetuare il mito di colui che, dopo Adamo, la Bibbia ci invita a considerare come il secondo padre dell’intera umanità. Il suo patriarca finisce anzi con il vivere la provvidenziale vicenda della salvezza, riservata a lui e alla sua famiglia, nonché alla rappresentanza minima indispensabile del mondo animale, come una vicenda logicamente ingiustificabile, abietta, frutto di un’insipienza inconcepibile per un dio onnisciente, un dramma a tal punto ignobile da indurre, lui lo scampato, ad invidiare la sorte dei sommersi e a provocare, con il suo comportamento da quel momento deliberatamente scandaloso, Jehova (o Chiunque fosse) a non procrastinare ulteriormente una fine sempre più agognata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.