Le proteste di oggi contro la “dittatura sanitaria” hanno natura diversa ma si collegano per più versi ai vecchi dibattiti sulla libertà di scelta terapeutica. Intanto perché lo scetticismo antivaccinale si basa su temi comuni alla galassia delle medicine non convenzionali: in sostanza, l’idea che l’introduzione di agenti estranei e non naturali nell’organismo vada a inquinare il suo naturale equilibrio, compromettendo le capacità di autoguarigione (sia farmaci “artificiali” che vaccini sarebbero dunque in ultima istanza patogeni). Ma soprattutto, il collegamento consiste nel crescente scetticismo e sospetto nei confronti delle istituzioni o della “cultura egemone”, politica e scientifica al tempo stesso, accusate di imporre certe soluzioni che limitano le libertà individuali per interessi occulti – un punto di vista che negli ultimi anni è stato sostenuto dai movimenti politici cosiddetti populisti, che della contrapposizione fra il popolo puro e indifeso e le élites corrotte e malvagie hanno fatto il loro punto di forza ideologico. Inoltre, l’aspetto forse più interessante negli odierni richiami alla libertà contro qualsiasi tipo di restrizione per ragioni sanitarie è che in essi convergono posizioni e sensibilità di destra e di sinistra – tradizioni, insomma, che sono sempre state ai poli opposti dello spettro politico. L'articolo indaga le origini culturali di tali posizioni e di questa solo apparentemente bizzarra convergenza politica.
Se la libertà è sinonimo di assenza di regole
Fabio Dei
2021-01-01
Abstract
Le proteste di oggi contro la “dittatura sanitaria” hanno natura diversa ma si collegano per più versi ai vecchi dibattiti sulla libertà di scelta terapeutica. Intanto perché lo scetticismo antivaccinale si basa su temi comuni alla galassia delle medicine non convenzionali: in sostanza, l’idea che l’introduzione di agenti estranei e non naturali nell’organismo vada a inquinare il suo naturale equilibrio, compromettendo le capacità di autoguarigione (sia farmaci “artificiali” che vaccini sarebbero dunque in ultima istanza patogeni). Ma soprattutto, il collegamento consiste nel crescente scetticismo e sospetto nei confronti delle istituzioni o della “cultura egemone”, politica e scientifica al tempo stesso, accusate di imporre certe soluzioni che limitano le libertà individuali per interessi occulti – un punto di vista che negli ultimi anni è stato sostenuto dai movimenti politici cosiddetti populisti, che della contrapposizione fra il popolo puro e indifeso e le élites corrotte e malvagie hanno fatto il loro punto di forza ideologico. Inoltre, l’aspetto forse più interessante negli odierni richiami alla libertà contro qualsiasi tipo di restrizione per ragioni sanitarie è che in essi convergono posizioni e sensibilità di destra e di sinistra – tradizioni, insomma, che sono sempre state ai poli opposti dello spettro politico. L'articolo indaga le origini culturali di tali posizioni e di questa solo apparentemente bizzarra convergenza politica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.