Il contributo è dedicato alla figura del conte Johann Joseph Wilczeck (1738-1819) e alle forme del suo patronage letterario, esercitato in almeno tre fasi e in altrettanti contesti geo-politici . Wilczeck infatti, protagonista di una fulminante (e perciò inizialmente chiacchierata) carriera di funzionario teresiano, fu inviato non ancora trentenne a Milano, nel momento cruciale dell’istituzione del Superiore Consiglio di Economia (1766). Soggiornò quindi a Firenze (1771-72), e poi per cinque intensi anni (1773-1778) a Napoli, in veste di plenipotenziario, prima di essere di nuovo inviato a Milano, dove concluse la sua carriera con l’arrivo delle truppe francesi. Il profondo coinvolgimento di Wilczeck nella vita culturale italiana, testimoniato dalla fitta serie di dediche che ricordano il distendersi dei suoi benefici “ad ogni genere e ad ogni maniera di lettere ed arti” (così Aurelio Bertola de' Giorgi), merita di essere indagato alla luce sia dei suoi compiti ufficiali, di rappresentante della politica asburgica, sia della qualità massonica delle sue amicizie. Una particolare attenzione è rivolta agli anni napoletani di Wilczeck, ispiratore e protettore (stante le testimonianze dei contemporanei) della cerchia di letterati che facevano capo ai fratelli Antonio e Domenico Di Gennaro, nelle cui residenze suburbane s’incontravano alcune figure preminenti del mondo letterario e scientifico partenopeo. Nei confronti degli amici italiani, peraltro, il plenipotenziario asburgico dovette svolgere anche una funzione non scontata di promotore della letteratura in lingua tedesca e di mentore di alcune imprese traduttive ed editoriali.

'Profonde cure’ e ‘libri opportunissimi’: Wilczeck patrono delle Lettere tra Firenze e Napoli

Francesca Fedi
2021-01-01

Abstract

Il contributo è dedicato alla figura del conte Johann Joseph Wilczeck (1738-1819) e alle forme del suo patronage letterario, esercitato in almeno tre fasi e in altrettanti contesti geo-politici . Wilczeck infatti, protagonista di una fulminante (e perciò inizialmente chiacchierata) carriera di funzionario teresiano, fu inviato non ancora trentenne a Milano, nel momento cruciale dell’istituzione del Superiore Consiglio di Economia (1766). Soggiornò quindi a Firenze (1771-72), e poi per cinque intensi anni (1773-1778) a Napoli, in veste di plenipotenziario, prima di essere di nuovo inviato a Milano, dove concluse la sua carriera con l’arrivo delle truppe francesi. Il profondo coinvolgimento di Wilczeck nella vita culturale italiana, testimoniato dalla fitta serie di dediche che ricordano il distendersi dei suoi benefici “ad ogni genere e ad ogni maniera di lettere ed arti” (così Aurelio Bertola de' Giorgi), merita di essere indagato alla luce sia dei suoi compiti ufficiali, di rappresentante della politica asburgica, sia della qualità massonica delle sue amicizie. Una particolare attenzione è rivolta agli anni napoletani di Wilczeck, ispiratore e protettore (stante le testimonianze dei contemporanei) della cerchia di letterati che facevano capo ai fratelli Antonio e Domenico Di Gennaro, nelle cui residenze suburbane s’incontravano alcune figure preminenti del mondo letterario e scientifico partenopeo. Nei confronti degli amici italiani, peraltro, il plenipotenziario asburgico dovette svolgere anche una funzione non scontata di promotore della letteratura in lingua tedesca e di mentore di alcune imprese traduttive ed editoriali.
2021
Fedi, Francesca
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