Il saggio riesamina criticamente l'indagine dell'autrice del volume richiamato nel titolo e concernente la sistematica dei falsi processuali e, in particolare, il ruolo del più recente delitto di depistaggio. L'indagine è condotta dalla prospettiva nella quale si trova il soggetto non indagato, che sia chiamato a rendere dichiarazioni all'autorità giudiziaria, trovandosi perciò esposto al rischio di soggiacere ad incriminazioni per falsa deposizione. In relazione alla condizione di tali soggetti si evidenzia lo sbilanciamento dell'attuale disciplina penale, preoccupata più delle esigenze di efficiente conduzione dell'accertamento giudiziale, che di quelle di garanzia e di equilibrio fra le posizioni delle parti. A tale squilibrio corrisponde la previsione di fattispecie incriminatrici dalla vacua dimensione offensiva, a loro volta espressione di un preponderante obbligo di collaborazione con l'autorità giudiziaria, che stenta a declinare pur dinanzi all'impostazione accusatoria dell'attuale modello di processo penale. Per far fronte ai denunciati limiti, si propongono accorgimenti interpretativi che investono in particolare il delitto di depistaggio, e si suggeriscono possibili soluzioni de iure condendo.

L’individuo nell’“ingranaggio processuale”. I rischi della giustizia penale connessi agli obblighi di parola e verità

Domenico Notaro
2021-01-01

Abstract

Il saggio riesamina criticamente l'indagine dell'autrice del volume richiamato nel titolo e concernente la sistematica dei falsi processuali e, in particolare, il ruolo del più recente delitto di depistaggio. L'indagine è condotta dalla prospettiva nella quale si trova il soggetto non indagato, che sia chiamato a rendere dichiarazioni all'autorità giudiziaria, trovandosi perciò esposto al rischio di soggiacere ad incriminazioni per falsa deposizione. In relazione alla condizione di tali soggetti si evidenzia lo sbilanciamento dell'attuale disciplina penale, preoccupata più delle esigenze di efficiente conduzione dell'accertamento giudiziale, che di quelle di garanzia e di equilibrio fra le posizioni delle parti. A tale squilibrio corrisponde la previsione di fattispecie incriminatrici dalla vacua dimensione offensiva, a loro volta espressione di un preponderante obbligo di collaborazione con l'autorità giudiziaria, che stenta a declinare pur dinanzi all'impostazione accusatoria dell'attuale modello di processo penale. Per far fronte ai denunciati limiti, si propongono accorgimenti interpretativi che investono in particolare il delitto di depistaggio, e si suggeriscono possibili soluzioni de iure condendo.
2021
Notaro, Domenico
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