Nel saggio si propone una ricostruzione normativa del riconosciumento delle unioni same sex negli ordinamenti religiosi delle Chiese nazionali della Scandinavia (Svezia, Danimarca e Norvegia) e della Chiesa anglicana d’Inghilterra. Infatti, l’analisi dei sistemi giuridici di Stati confessionisti, nella materia in esame, dà conto di come, nel delicato bilanciamento di poteri e di interessi religiosi, i tradizionali modelli di comprensione dei rapporti tra lo Stato e le chiese sembrano non essere più del tutto adeguati a spiegare la complessità della realtà normativa e sociale. Registriamo almeno tre elementi interessanti, utili ad una più ampia riflessione su una teoria della democrazia inclusiva dei diritti civili. Il primo, la legislazione di questi Stati confessionisti ha introdotto con maggiore facilità un riconosciumento giuridico per le coppie omosessuali, di quanto non lo abbiano fatto Stati “laici”, che pure professano forme di separatismo tra ordine religioso e ordine civile. Il secondo, sono stati gli ordinamenti delle Chiese “nazionali” ad “aprirsi” alle istanze provenienti dalla legislazione civile, che ha accellerato un processo di maturazione teologica all’interno di queste comunità ecclesiali. Terzo, le Chiese nazionali della Scandinavia sono le prime chiese cristiane ad ammettere un matrimonio religioso tra persone dello stesso sesso. L’analisi delle riflessioni teologiche alla base di tali scelte giuridiche acquisisce rilevanza, quindi, nel percoso ecumenico di comprensione della questione omosessuale nelle diverse chiese cristiane.

Le unioni same sex nella Scandinavia e in Inghilterra, tra istanze civili e ordinamenti confessionali

GUZZO L M
2018-01-01

Abstract

Nel saggio si propone una ricostruzione normativa del riconosciumento delle unioni same sex negli ordinamenti religiosi delle Chiese nazionali della Scandinavia (Svezia, Danimarca e Norvegia) e della Chiesa anglicana d’Inghilterra. Infatti, l’analisi dei sistemi giuridici di Stati confessionisti, nella materia in esame, dà conto di come, nel delicato bilanciamento di poteri e di interessi religiosi, i tradizionali modelli di comprensione dei rapporti tra lo Stato e le chiese sembrano non essere più del tutto adeguati a spiegare la complessità della realtà normativa e sociale. Registriamo almeno tre elementi interessanti, utili ad una più ampia riflessione su una teoria della democrazia inclusiva dei diritti civili. Il primo, la legislazione di questi Stati confessionisti ha introdotto con maggiore facilità un riconosciumento giuridico per le coppie omosessuali, di quanto non lo abbiano fatto Stati “laici”, che pure professano forme di separatismo tra ordine religioso e ordine civile. Il secondo, sono stati gli ordinamenti delle Chiese “nazionali” ad “aprirsi” alle istanze provenienti dalla legislazione civile, che ha accellerato un processo di maturazione teologica all’interno di queste comunità ecclesiali. Terzo, le Chiese nazionali della Scandinavia sono le prime chiese cristiane ad ammettere un matrimonio religioso tra persone dello stesso sesso. L’analisi delle riflessioni teologiche alla base di tali scelte giuridiche acquisisce rilevanza, quindi, nel percoso ecumenico di comprensione della questione omosessuale nelle diverse chiese cristiane.
2018
Guzzo, LUIGI MARIANO
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