In Italia, mutuata da una discussione che si è originata nei paesi di matrice anglosassone, si ragiona sempre più insistentemente di Historical GIS (HGIS) quale una delle componenti minoritarie della “galassia” delle Digital Huma-nities (DH). Il ragionamento, per il contesto italiano, è stato affrontato, pur con un certo ritardo e distintamente per settori disciplinari, in alcuni con-tributi e congressi e ha visto il prevalere di una sostanziale accettazione di questa tesi che incasella gli HGIS quale componente ancillare del macrosettoredelle DH o per dirla all’italiana dell’Informatica Umanistica (IU).In questo contributo, che non può esser altro che un lavoro di sintesi par-ziale, non si argomenteranno i motivi che hanno portato queste schiere di studiosi a sostenere tale assoggettamento dei GIS storici (ma non solo) da parte delle DH, quanto piuttosto si tenterà di offrire una lettura alternativa utile a motivare la reale convenienza di mantenere un equilibrio disciplinare tra le diverse componenti della Informatica Umanistica. Non si tratta quindi di stabilire primati o egemonie degli uni rispetto agli altri, quanto piuttosto, sempre per il caso italiano, di una chiamata alla raccolta di forze (storici, geografi, urbanisti, archeologi, ma anche agronomi, ecologi ecc.); un appello che, facendo leva sulle eterogeneità scientifiche degli studiosi che ricorrono ai GIS per ricostruzioni geografico-storiche, dia vita a uno spazio di dia-logo e formazione comuni che possano rendere evidente l’importanza degli HGIS nell’ambito di questo comparto disciplinare. Solo così, e cioè attraverso l’unione di forze diverse che individualmente restano parziali e marginali nell’impiego di questi applicativi, si potrà pensare a una reale crescita che consenta un effettivo arricchimento di ricerche geografico-storico-cartogra-fiche basate sull’impiego dei GIS che sia finalmente in grado di riequilibrare le diverse anime delle DH.

Perché è necessario (e conveniente) non considerare gli Historical GIS quale componente ancillare nelle Digital Humanities

Grava M.
2022-01-01

Abstract

In Italia, mutuata da una discussione che si è originata nei paesi di matrice anglosassone, si ragiona sempre più insistentemente di Historical GIS (HGIS) quale una delle componenti minoritarie della “galassia” delle Digital Huma-nities (DH). Il ragionamento, per il contesto italiano, è stato affrontato, pur con un certo ritardo e distintamente per settori disciplinari, in alcuni con-tributi e congressi e ha visto il prevalere di una sostanziale accettazione di questa tesi che incasella gli HGIS quale componente ancillare del macrosettoredelle DH o per dirla all’italiana dell’Informatica Umanistica (IU).In questo contributo, che non può esser altro che un lavoro di sintesi par-ziale, non si argomenteranno i motivi che hanno portato queste schiere di studiosi a sostenere tale assoggettamento dei GIS storici (ma non solo) da parte delle DH, quanto piuttosto si tenterà di offrire una lettura alternativa utile a motivare la reale convenienza di mantenere un equilibrio disciplinare tra le diverse componenti della Informatica Umanistica. Non si tratta quindi di stabilire primati o egemonie degli uni rispetto agli altri, quanto piuttosto, sempre per il caso italiano, di una chiamata alla raccolta di forze (storici, geografi, urbanisti, archeologi, ma anche agronomi, ecologi ecc.); un appello che, facendo leva sulle eterogeneità scientifiche degli studiosi che ricorrono ai GIS per ricostruzioni geografico-storiche, dia vita a uno spazio di dia-logo e formazione comuni che possano rendere evidente l’importanza degli HGIS nell’ambito di questo comparto disciplinare. Solo così, e cioè attraverso l’unione di forze diverse che individualmente restano parziali e marginali nell’impiego di questi applicativi, si potrà pensare a una reale crescita che consenta un effettivo arricchimento di ricerche geografico-storico-cartogra-fiche basate sull’impiego dei GIS che sia finalmente in grado di riequilibrare le diverse anime delle DH.
2022
Grava, M.
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