Il trasferimento della capitale del Regno d’Italia da Firenze a Roma si verifica contestualmente al manifestarsi della prima grande crisi bancaria europea, i cui effetti lambiscono anche l’ancora fragile sistema bancario italiano. Il caso fiorentino, e più in generale toscano, era poi aggravato dalla crescita abnorme del numero di banche nate durante il periodo di Firenze capitale, spesso caratterizzate da una marcata sottocapitalizzazione e da strutture societarie opache. Inoltre, si deve considerare anche l’anomala situazione della piazza fiorentina, condizionata dalla marcata speculazione edilizia collegata al trasferimento della capitale nel 1865. Nell’articolo si analizzano le difficoltà incontrate dal sistema bancario toscano dopo il 1870, che ne segneranno un repentino ridimensionamento. In particolare, l’attenzione è posta sul caso della Banca Nazionale Toscana, il principale istituto della regione, sul quale si appoggiavano, attraverso operazioni di risconto di titoli azionari, carta commerciale, ecc., numerose banche che operavano entro il perimetro regionale, la cui crisi fu accentuata anche dal meccanismo della “riscontrata”. Altrettanta attenzione è riservata al caso della Cassa di Risparmio di Firenze, la cui crisi (tuttavia brillantemente superata all’inizio degli anni Ottanta) è riconducibile sostanzialmente al sostegno finanziario dato al Comune di Firenze (finito in bancarotta dopo il trasferimento della capitale a Roma) e alla speculazione edilizia.

La crisi bancaria a Firenze e in Toscana negli anni Settanta

Cini, Marco
2022-01-01

Abstract

Il trasferimento della capitale del Regno d’Italia da Firenze a Roma si verifica contestualmente al manifestarsi della prima grande crisi bancaria europea, i cui effetti lambiscono anche l’ancora fragile sistema bancario italiano. Il caso fiorentino, e più in generale toscano, era poi aggravato dalla crescita abnorme del numero di banche nate durante il periodo di Firenze capitale, spesso caratterizzate da una marcata sottocapitalizzazione e da strutture societarie opache. Inoltre, si deve considerare anche l’anomala situazione della piazza fiorentina, condizionata dalla marcata speculazione edilizia collegata al trasferimento della capitale nel 1865. Nell’articolo si analizzano le difficoltà incontrate dal sistema bancario toscano dopo il 1870, che ne segneranno un repentino ridimensionamento. In particolare, l’attenzione è posta sul caso della Banca Nazionale Toscana, il principale istituto della regione, sul quale si appoggiavano, attraverso operazioni di risconto di titoli azionari, carta commerciale, ecc., numerose banche che operavano entro il perimetro regionale, la cui crisi fu accentuata anche dal meccanismo della “riscontrata”. Altrettanta attenzione è riservata al caso della Cassa di Risparmio di Firenze, la cui crisi (tuttavia brillantemente superata all’inizio degli anni Ottanta) è riconducibile sostanzialmente al sostegno finanziario dato al Comune di Firenze (finito in bancarotta dopo il trasferimento della capitale a Roma) e alla speculazione edilizia.
2022
Cini, Marco
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1149340
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