Un celebre capolavoro di Dosso Dossi, il "Giove, Mercurio e la Virtù" (c. 1524), conservato oggi al Castello del Wawel di Cracovia, viene riletto nel suo originario significato iconografico, approfondendo da un lato il problema delle fonti letterarie che ne sono state all'origine (non solo il dialogo "Virtus" delle "Intercoenales" di Leon Battista Alberti, ma anche il proemio delle "Immagini" di Filostrato Maggiore), dall'altro il rapporto con il committente, Alfonso I d'Este, terzo duca di Ferrara, che lo aveva probabilmente voluto come decorazione della “delizia” del Belvedere.

Dipingere farfalle. Giove, Mercurio e la virtù di Dosso Dossi: un elogio dell'"otium" e della pittura per Alfonso I d'Este

FARINELLA, VINCENZO
2007-01-01

Abstract

Un celebre capolavoro di Dosso Dossi, il "Giove, Mercurio e la Virtù" (c. 1524), conservato oggi al Castello del Wawel di Cracovia, viene riletto nel suo originario significato iconografico, approfondendo da un lato il problema delle fonti letterarie che ne sono state all'origine (non solo il dialogo "Virtus" delle "Intercoenales" di Leon Battista Alberti, ma anche il proemio delle "Immagini" di Filostrato Maggiore), dall'altro il rapporto con il committente, Alfonso I d'Este, terzo duca di Ferrara, che lo aveva probabilmente voluto come decorazione della “delizia” del Belvedere.
2007
Farinella, Vincenzo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/115420
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