Al fondamento del mestiere del medievista ci sonola lettura, l’esegesi e il confronto delle fonti primarie e secondarie, spesso scritte in idiomi morti e vergate a mano su supporti diversi. Si tratta di peculiarità che richiede competenze tanto specifiche, quanto difficili da acquisire. Se alla base del lavoro del public historian c’è spesso l’elaborazione di modalità partecipative nella narrazione della storia, basate sulla raccolta, trascrizione, lettura e pubblicazione delle fonti entro progetti di citizen science, tale percorso si rivela a dir poco accidentato per il medievista, che non può far leva su una base di competenze comuni – banalmente sulla capacità di “leggere” –, né sulla presenza, nei depositi familiari o individuali, di fonti condivisibili.
Edizioni digitali di fonti medievali tra ricerca e pubblico
Enrica Salvatori
2022-01-01
Abstract
Al fondamento del mestiere del medievista ci sonola lettura, l’esegesi e il confronto delle fonti primarie e secondarie, spesso scritte in idiomi morti e vergate a mano su supporti diversi. Si tratta di peculiarità che richiede competenze tanto specifiche, quanto difficili da acquisire. Se alla base del lavoro del public historian c’è spesso l’elaborazione di modalità partecipative nella narrazione della storia, basate sulla raccolta, trascrizione, lettura e pubblicazione delle fonti entro progetti di citizen science, tale percorso si rivela a dir poco accidentato per il medievista, che non può far leva su una base di competenze comuni – banalmente sulla capacità di “leggere” –, né sulla presenza, nei depositi familiari o individuali, di fonti condivisibili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.