Il contributo ricostruisce sinteticamente il quadro economico e sociale di Pisa e provincia negli anni del regime fascista, soffermandosi su alcune tendenze evolutive nel periodo compreso tra la fine degli anni Venti e la fine dei Trenta. Nonostante la radicata tradizione rurale del territorio pisano – che contribuì al successo della “battaglia del grano” –, Pisa conobbe un graduale dinamismo del settore industriale che, per quanto frammentato e fondato su un modello di sviluppo duale, si concretizzò nello sviluppo di una moderna industria meccanica che aveva nell’aeronautica il suo fiore all’occhiello. Superata la “grande crisi”, il processo di sviluppo dell’industria fu favorito, più in generale, dal consolidamento delle produzioni gestite dalle grandi imprese nazionali e dall’avvio di nuove sinergie tra i gruppi industriali (come nel caso della Saint-Gobain, che fece da capofila a un consorzio che consentì la diversificazione e il potenziamento della produzione), in coincidenza con la ripresa economica della metà degli anni Trenta e, soprattutto, in rispondenza agli indirizzi dell’autarchia. Collaterale alle attività economiche fu l’azione dell’Opera nazionale del dopolavoro, incaricata dal regime di organizzare, “disciplinandolo”, il tempo libero dei lavoratori dipendenti, con l’obiettivo di accelerare il processo di fascistizzazione della società. Al pari di quanto accadeva in altri contesti locali, anche a Pisa l’opera di programmazione delle iniziative da parte dell’Ond fu meticolosa, contribuendo pure, tra l’altro, alla “rinascita”, nel 1935, del Gioco del Ponte (a quasi 130 anni dall’ultima edizione), la cui rievocazione fu ovviamente sfruttata dalle autorità in un’ottica propagandistica.
Economia e società
Amore Bianco Fabrizio
2022-01-01
Abstract
Il contributo ricostruisce sinteticamente il quadro economico e sociale di Pisa e provincia negli anni del regime fascista, soffermandosi su alcune tendenze evolutive nel periodo compreso tra la fine degli anni Venti e la fine dei Trenta. Nonostante la radicata tradizione rurale del territorio pisano – che contribuì al successo della “battaglia del grano” –, Pisa conobbe un graduale dinamismo del settore industriale che, per quanto frammentato e fondato su un modello di sviluppo duale, si concretizzò nello sviluppo di una moderna industria meccanica che aveva nell’aeronautica il suo fiore all’occhiello. Superata la “grande crisi”, il processo di sviluppo dell’industria fu favorito, più in generale, dal consolidamento delle produzioni gestite dalle grandi imprese nazionali e dall’avvio di nuove sinergie tra i gruppi industriali (come nel caso della Saint-Gobain, che fece da capofila a un consorzio che consentì la diversificazione e il potenziamento della produzione), in coincidenza con la ripresa economica della metà degli anni Trenta e, soprattutto, in rispondenza agli indirizzi dell’autarchia. Collaterale alle attività economiche fu l’azione dell’Opera nazionale del dopolavoro, incaricata dal regime di organizzare, “disciplinandolo”, il tempo libero dei lavoratori dipendenti, con l’obiettivo di accelerare il processo di fascistizzazione della società. Al pari di quanto accadeva in altri contesti locali, anche a Pisa l’opera di programmazione delle iniziative da parte dell’Ond fu meticolosa, contribuendo pure, tra l’altro, alla “rinascita”, nel 1935, del Gioco del Ponte (a quasi 130 anni dall’ultima edizione), la cui rievocazione fu ovviamente sfruttata dalle autorità in un’ottica propagandistica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.