Il tema dell’atto politico è complesso e delicato e si presta a numerosi profili di indagine in ragione della mancanza di una costruzione dogmatica che ne delinei un modello archetipico. La prospettiva prescelta pone al centro dello studio la figura del giudice amministrativo al quale si riconosce, per legge, un ruolo ed una funzione specifica in ordine all’accertamento della politicità dell’atto, cui l’ordinamento fa conseguire effetti precisi in relazione alla contrazione della tutela processuale di situazioni meritevoli di protezione. Divenire arbitro della politicità implica porsi al centro di un equilibrio istituzionale fra poteri divergenti e divenire responsabili dell’esercizio neutrale della propria funzione. Tale neutralità garantisce che l’accertamento giurisdizionale della politicità di un atto sia condotto con rigore e accuratezza per scongiurare il rischio che riaffiorino autolimiti a creazione giurisprudenziale e, con essi, nuove aree del potere pubblico sottratto ad un controllo sostanziale della legalità, proprio in quei settori di significativo rilievo economico e sociale dove l’esistenza di un atto politico dissimulerebbe, oltre alla conoscibilità dei processi decisionali pubblici, anche un diniego di giustiziabilità delle pretese soggettive tutelabili in sede giurisdizionale.

L'ATTO POLITICO NELLA PROSPETTIVA DEL GIUDICE AMMINISTRATIVO: RIFLESSIONI SU VECCHI LIMITI E AUSPÍCI DI NUOVE APERTURE AL SINDACATO SUL PUBBLICO POTERE

v. giomi
2022-01-01

Abstract

Il tema dell’atto politico è complesso e delicato e si presta a numerosi profili di indagine in ragione della mancanza di una costruzione dogmatica che ne delinei un modello archetipico. La prospettiva prescelta pone al centro dello studio la figura del giudice amministrativo al quale si riconosce, per legge, un ruolo ed una funzione specifica in ordine all’accertamento della politicità dell’atto, cui l’ordinamento fa conseguire effetti precisi in relazione alla contrazione della tutela processuale di situazioni meritevoli di protezione. Divenire arbitro della politicità implica porsi al centro di un equilibrio istituzionale fra poteri divergenti e divenire responsabili dell’esercizio neutrale della propria funzione. Tale neutralità garantisce che l’accertamento giurisdizionale della politicità di un atto sia condotto con rigore e accuratezza per scongiurare il rischio che riaffiorino autolimiti a creazione giurisprudenziale e, con essi, nuove aree del potere pubblico sottratto ad un controllo sostanziale della legalità, proprio in quei settori di significativo rilievo economico e sociale dove l’esistenza di un atto politico dissimulerebbe, oltre alla conoscibilità dei processi decisionali pubblici, anche un diniego di giustiziabilità delle pretese soggettive tutelabili in sede giurisdizionale.
2022
Giomi, V.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1163265
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